FIA E FORMULA 1 E’ PACE, E NEL WRC?

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Lo scontro tra la presidenza FIA di Ben Sulayem e la gestione commerciale della Formula 1 della liberty media, dopo avere raggiunto il suo apice con lo scontro sul caso Andretti Cadillac, oggi sembra essersi sgonfiato e il comunicato congiunto sulla visione della Formula 1 è una svolta che va a stemperare le polemiche. Sarà così anche nei rally?

Il recente comunicato congiunto firmato dal presidente della FIA Ben Sulayem e Stefano Domenicali, alla testa del gruppo controllato dalla multinazionale dell’intrattenimento Liberty Media, è il primo segnale dopo un lungo e infuocato braccio di ferro che va a stemperare polemiche e scontri. Anche se il caso Andretti Cadillac, non sembra ancora risolto, ed a Miami ha presentando nuovi risvolti con l’ingresso nella polemica di un avvio di indagine, e relativa lettera per avere chiarimenti, da parte del presidente della commissione giudiziaria della Camera degli Stati Uniti. Nel comunicato firmato dalle parti in causa si esalta l’attuale livello raggiunto dalla Formula1, e di una volontà di collaborazione per arrivare a un piano strategico comune per affrontare le sfide future. Una svolta sicuramente positiva, ma con dei risvolti interessanti, che evidenziano come molti degli scontri a cui si è assistito erano solamente la punta dell’iceberg e probabilmente i problemi veri hanno trovato una risoluzione senza mai venire realmente a galla. A questo punto la partita della FIA si sposta sul terreno dei rally, i toni su questo fronte non sono mai stati quelli registrati nel grande circus, ma la situazione forse risulta ancora più complessa. Nei rally in realtà non c’è mai stato un vero scontro tra la FIA il promotore e le case costruttrici, almeno sino al passato autunno. Reid e Ben Sulayem hanno ereditato una situazione di transizione molto complicata, ed hanno dato carta bianca agli organi competenti federali per riuscire a dare delle risposte dialogando con le parti. Questo pur sapendo quanto le commissioni negli ultimi anni della gestione Todt sono state abbandonate a se stesse, ed inevitabilmente si sono avvicinate al promotore. Il problema è che dalle parti di Monaco di Baviera non c’era una reale visione del futuro, e con dei costruttori più vicini a dei reparti corsa semi indipendenti dove ognuno ha una visione del futuro differente, in due anni di consultazioni si arrivati allo scorso autunno senza un idea di dove andare. Un faldone enorme di punti e proposte sul format dei rally, ed altri aspetti marginali, ma un encefalogramma piatto a livello tecnico. Con il gruppo di lavoro capitanato da Reid al primo consiglio dell’anno è arrivata una proposta a gamba tesa che ha fatto saltare la politica di accontentare i piccoli interessi di tutti. Interessi spiccioli del momento ma senza una visione nemmeno per il domani, figuriamoci il futuro. Lo scontro è appena iniziato visto che ora tutto è bloccato sui due anni di proroga, e non si è parlato di 2027, ma come nella formula 1 la pace e delle risposte tecniche lungimiranti potrebbero arrivare a sorpresa in qualsiasi momento. L’impressione legata all’affaire rally è quella di un’altra partita giocata fuori dagli schemi.

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