FIA, “VIETATO SNATURARE I RALLY”

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Dopo alcuni mesi di scontro frontale tra FIA e la Formula 1, nel consiglio di ottobre Ben Sulayem ha ribadito la soddisfazione per l’ingresso del team Andretti Cadillac, mettendo Liberty Media alle corde, ma lo scontro FIA Promotori si sta allargando e senza scontri pubblici la lunga lista di cambiamenti presentata per i rally del WRC è stata rispedita al mittente .

Il percorso per rivoluzionare la FIA, e riportare Place de la Concorde a tirare le fila dello sport automobilistico, oramai sempre più nelle mani di realtà private che rispondono al nome di Promotori è appena agli inizi. Il principe Arabo in questi due anni si è rivelato un fine politico, internamente ha iniziato un opera di pulizia e risanamento dei conti di una struttura federale gestita fino ad oggi come una società dilettantistica. Passo dopo passo ha cominciato a ritornare alla carica sulla gestione sportiva di numerose discipline, in molti casi passata in mano ai singoli promotori. Una serie di invasioni di campo che oramai coinvolge quasi tutte le discipline. Il momento della svolta è arrivato al consiglio di ottobre, nessuna battaglia campale o bombardamenti di artiglieria, ma tra le righe del comunicato di quanto è stato approvato i segnali di cambiamento sono davvero tanti. A cominciare dalla Formula 1 dove un braccio di ferro durato mesi, ed una lunga serie di colpi bassi, Ben Sulayem ha ribadito nel comunicato l’ufficializzazione dell’ingresso del team Andretti Cadillac, tanto per mettere le mani avanti di fronte a una Liberty Media ancora in silenzio nonostante la contrarietà. La lista abbastanza scarna delle decisioni legate ai rally, a cominciare da quella lunga lista rimandata oramai da un annetto perché non si trova accordo tra le parti (case, promotore, commissioni ecc..), ha sollevato timori e preoccupazioni. Ma da quello che è trapelato dietro le quinte, sul tavolo della federazione i dossier sul futuro dei rally, secondo la visione del promotore e delle commissioni oramai Monaco centriche ci sono arrivati. Il fatto che però siano tornati quasi tutti indietro e dovranno essere passati al vaglio di un nuovo gruppo di lavoro, un filtro tra il consiglio e le commissioni Rally e Cross Country, è una maniera politica per evitare uno scontro frontale, ma al tempo stesso ridurre un potere propositivo oramai a senso unico. Ed a dare l’idea di quale sarà il nuovo orientamento è la parola d’ordine data a questo gruppo di lavoro, “evitare di snaturare la specialità”. In questi giorni promotore e soci hanno continuato a parlare dei cambiamenti ventilati, ma lo hanno fatto in maniera più soft, ed anche se è prevedibile che in questi mesi proveranno a mettere le mani avanti. Probabilmente affidandosi a dichiarazioni o provocazione di piloti o membri delle squadre, il nuovo corso di Parigi comincia a prendere corpo nel rispetto delle promesse fatte.

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