Sulle speciali di Alpe Granda ma soprattutto sui temutissimi trenta chilometri della Val Cavargna si gioca il Trofeo ACI Como che vede trionfare il driver di casa Corrado Fontana, ed assegna il titolo tricolore WRC per il secondo anno consecutivo a Stefano Albertini.
Sulle strade di casa Corrado Fontana ha gettato la maschera, andando a vincere con una prestazione maiuscola che gli vale anche la seconda posizione finale in campionato. Una gara senza incertezze, a partire dalle battute iniziali quando a muso duro ha tenuto testa ad Albertini, ma con Sossella nettamente staccato il forte pilota Bresciano ha tirato i remi in barca limitandosi ad amministrare la posizione per portare a casa quei pochi punti necessari a bissare quel titolo ottenuto già l’anno passato. Addirittura sulla prova lunga della Val Cavargna da due click in meno al suo passo, così mentre Manuel Sossella l’avversario più temuto prima del via si gioca il tutto per tutto ma sbatte ed è costretto al ritiro, Stefano da strada a Kevin Gilardoni che lo salta e si prende la piazza d’onore. A tre speciali dalla fine le posizioni di testa sono praticamente inamovibili, tra Gilardoni e Albertini la differenza è minima, ma mentre Kevin è determinato ad andare a prendersi un grande risultato il Bresciano ha oramai modulato il suo passo in funzione dei punti che gli garantiscono la conquista del titolo. Chi il passo lo compassa ma mollando poco o niente è Corrado Fontana, che conclude la gara di casa con un successo cristallino, quelli di cui è capace ma ai quali non riesce a dare continuità. Sul podio di casa può così festeggiare nella maniera migliore, salendo sul gradino più alto del podio e ciliegina sulla torta guadagnandosi in quest’ultimo round del CI WRC la palma di vicecampione. Bella piazza d’onore per Gilardoni che regala alla Hyundai, ed in particolare ad HMI una bella doppietta, un risultato notevole per un ragazzo che la WRC la cavalca solo saltuariamente. Albertini è stato inappuntabile come al solito, nelle battute inziali è partito forte (ma non a tutta), con il passare dei chilometri forse per la prima volta ha mollato qualcosina in più cosa è capace di fare, andando in modalità controllo. E’ però difficile fargliene una colpa visto il peso dell’obbiettivo campionato. La medaglia di legno se la mette al collo Simone Miele che con un colpo di reni nel finale salta di prepotenza Alessandro Re, che però a differenza dei suoi avversari cavalca la meno potente Fabia R5. Re chiude con un distacco tutto sommato contenuto, ed un’altra gara in crescendo manifestano una grande maturità ed un passo importante. Dopo un inizio di carriera non brillantissimo, ma condizionato pesantemente da troppe pressioni, il ragazzo nelle stagioni a venire qualche sorpresa potrebbe regalarla.