In questi anni l’attenzione verso le nuove categorie è sempre è stata altissima soprattutto da quelle targate FIA, ma questa volta la rivoluzione vera arriva proprio dall’Italia con la GR Yaris Rally Cup un’iniziativa fuori dagli schemi ideata da Tobia Cavallini e sposata con entusiasmo dalla filiale Italiana Toyota.
La mania di semplificare le cose a tutti i costi, nella speranza che seguendo a ruota i dettami della FIA in realtà si voli verso un futuro radioso lascia più di una perplessità. Non per le contestazioni all’Hybrid, quanto per una piramide di classe che si è dimenticata tutto quanto viene a ruota e comunque fatica a fare numeri nel WRC, ma soprattutto nelle serie nazionali. Ed in un panorama internazionale (inteso come singole federazioni) abbastanza avaro di novità, dove ognuno va avanti come ha sempre fatto, il nuovo monomarca made in Italy la GR Yaris Rally Cup rappresenta una vera rivoluzione. A volte le federazioni faticano a staccarsi dai dettami della FIA, vuoi per sudditanza, vuoi perché a livello tecnico c’è sempre un po’ di timore ad uscire dagli schemi, ma spesso prima di lamentarsi di quello che non c’è bisognerebbe valorizzare quanto è stato fatto. Nel caso specifico Italia parliamo delle racing start e delle omologazioni nazionali in R1. Ed in particolare grazie a quest’ultima classe sono state omologate le protagoniste del trofeo Suzuky, la serie monomarca in giallo che è riuscita a crescere e proliferare nel giro di poche stagioni. L’impronta della nuova serie targata Toyota è simile a quella delle connazionali in giallo, ma la rivoluzione arriva dalla base di partenza una vettura a trazione integrale e con 260 cavalli di serie. Un gruppo N di serie, come le Lancer e le Impresa, prestazionalmente simile ma con una maggiore maneggevolezza grazie alla sua compattezza. Ma soprattutto un costo del modello di base inferiore di quasi 1/3 rispetto alle ultime Mitsu che avevano invaso il mercato tra le sportive di serie. L’arma vincente della GR Yaris R1T sta nella combinazione dei costi tra modello di serie (€ 33.000 ive esclusa), ed il kit gara (di poco inferiore ai € 30.000); una vettura nuova pronta gara a circa sessantamila euri, con costi gestionali contenutissimi (quelli di uno stradale sportivo) e prestazioni molto interessanti. L’omologazione nazionale dovrebbe arrivare tra fine marzo, ed inizio aprile frutto della collaborazione tra filiale italiana e la Tamauto di Zonca. Ad omologazione avvenuta vetture e kit saranno a disposizione di preparatori e piloti che intendono partecipare a questo campionato monomarca che inizierà sulle speciali di Alba e conterà su altri 4 appuntamenti: tre nel CIR (Roma, Mille Miglia e Verona), oltre alla finale CRZ a Modena. Una vera rivoluzione che va oltre il mondo dei trofei monomarca, proponendo un concetto di corsa low cost con vetture molto vicine a quelle di serie. Ciliegina sulla torta un montepremi di 300.000 euro suddiviso tra premi gara e campionato con un occhio di riguardo ai team partecipanti.