Gli spostamenti di alcuni piloti sulla scacchiera del WRC sono stati classati da qualcuno (stampa di stato compresa) li ha classati sotto la voce cambi di casacca, dimenticandosi che non si trattava di piloti ingaggiati a spot, ma di piloti con dei contratti stagionali; l’evidenza che pur di risparmiare qualche euro, se non si tratta di ingaggi da top driver, si è disposti a rinunciare a qualche clausola in più.
Pensare che qualcuno non veda l’anomalia che sta segnando questi anni ha dell’incredibile, come si possa parlare di switch e cambi di casacca, dopo i balletti a cui abbiamo assistito alla fine di questa stagione, è semplicemente fare l’imitazione delle scimmiette non vedo, non sento non parlo. I più sembrano essersi dimenticati che una trentina di anni addietro molti piloti venivano ingaggiati a spot nelle loro gare di casa, ma nulla che avesse a che fare con un vero contratto stagionale. Esattamente quello che era successo nel 2017 a Mikkelsen appiedato da Volkswagen è passato con dei contratti a gara in Skoda, Citroen e Hyundai. Non è certo il caso di Suninen che ha iniziato il Montecarlo sotto le tende di M-Sport, partito a fine agosto sbattendo la porta, al via del Catalunya con i colori Hyundai e a Monza al volante Hyundai i20 WRC plus ufficiale. Declassato al ruolo di seconda guida a favore della più grande valigia del compagno di squadra, l’impressione è che per M-Sport Suninen era diventato un peso, non tanto per le performance, ma per l’accordo di lunga data fatto con la Buagsport che prevedeva un investimento a scalare, per dare la possibilità a Teemu di crescere su una plus senza pressioni. Ma con l’accordo Fourmaux Red Bull la posizione di Suninen è diventa un di più che non portava soldi (o comunque troppo pochi) e quindi la sua partenza oltre ad essere stata provocata è stata accolta come una sorta di liberazione. Ritrovarselo contro a Monza sulla plus di casa Hyundai non sembra avere scalfito il morale di Milliner e company, la dimostrazione di una squadra abituata a pensare con la logica del noleggiatore dove contano solamente i soldi. Certo la situazione economica odierna non è rosea e l’impegno di Ford è solo per la Puma, ma assistere a questi passaggi, anche se gli interessati stanno facendo finta di niente, per l’immagine di un marchio è pugno nello stomaco. Ma anche in questo caso avere delle Ford impegnate nel WRC senza sganciare un soldo è sembrato fare dimenticare un tot di figure non proprio edificanti. Una situazione imbarazzante come è stato il test show di Breen sulla Puma. Tenuto segreto sino all’ultimo impegno dell’irlandese con Alzenau, ma poi presentato conta tanto di video e reportage fotografici con una tuta con il marchio Puma e le scritte Ford Performance. È evidente Craig non ha violato nulla, ma il fatto che Ogier è banda non hanno mai indossato i colori di un costruttore sino alla nuova stagione è l’evidenza di contratti fatti al risparmio senza tenere conto dell’immagine di un impegno ufficiale. Oggi invece a parte i contratti dei top driver, super pagati e non, l’introduzione di norme a difesa della propria immagine sembra non valere anche i soldi pochi che queste potrebbero costare.