Il giorno della prima presa di contatto di Ogier sulla Yaris GR Rally1 è arrivato sulle strade di Roquesteron, ed oggi si replica al Col de l’Ablè, una prima giornata dove non è mancata qualche noia, ma soprattutto sono arrivate le prime dichiarazioni del campionissimo tutte da leggere tra le righe.
La giornata è iniziata come in alcuni test delle squadre concorrenti con lunghe ed estenuanti pause, problemi di avviamento risolti solamente dopo un cambio delle batterie. La vettura, come le altre paga la vista, con reazioni differenti, dire più nervosa forse non la definizione più corretta, di sicuro il passo più lungo si nota nelle reazioni del posteriore. Nei tratti più veloci di queste strade la vettura è reattiva, simile alle plus, ma quando c’è da rilanciare la risposta propone un buco abbastanza evidente. Per quanto riguarda la spinta elettrica, fuori dall’abitacolo è impossibile scorgere la differenza e pensare che con la massima potenza i cavalli elettrici non sono pochi. Per quanto riguarda Ogier, il suo nuovo compagno Veillas e Simon Jean Joseph, il suo fido ricognitore nessuno si è sbilanciato. Tante le domande dei pochi addetti ai lavori, ma anche dei tifosi (pochi ma immancabili), ma le risposte alla prima presa di contatto non potevano che essere molto vaghe e diplomatiche. Da una parte comprensibile, visto che per Ogier sono stati i primi centocinquanta chilometri al volante della rally1, contrariamente a quanto si possa pensare abbastanza pochi perché la base era di sei chilometri e questo significa che non ha fatto molto di più di una dozzina di andata e ritorno. Impressiona il fatto che nei primi giri ha ammesso di avere faticato a comprendere appieno tutte le procedure, questo lascia immaginare almeno un raddoppio dei comandi e delle spie sul dashboard. Ma più delle sue parole vale la sua maschera facciale quando si è tolto il casco dopo i primi giri, un’espressione perplessa tendente al deluso, difficile celare la preoccupazione per un Montecarlo dove tanti sono i punti interrogativi e dannatamente poche sono le assistenze.