Lo Sweden ha subito proposto quella condizione limite dove chi vince la gara prende meno punti di chi è arrivato secondo, e tanto è bastato per fare salire sulle barricate i difensori della purezza della disciplina, ma in realtà la bilancia dello spettacolo (anche se siamo sicuri ci sia qualcuno disposto a negare l’evidenza) ci ha guadagnato.
La classifica dello Sweden è stato un richiamo irresistibile a scendere sulla piazza dei social per contestare i nuovi punteggi, per quella parte restia ai cambiamenti (a qualsiasi cambiamento), diffusa forse, chiassosa sicuramente. Se non altro non si sono più fatti sentire, almeno per il momento i piloti, quelli che prima del Montecarlo avevano contestato i punteggi, dimenticandosi questa fosse inserita nel dossier di proposte della commissione dove sono rappresentati. Questa regola ha l’obbiettivo di aggiungere un po’ di pepe ad alcune gare che in particolari condizioni rischiano di trascinarsi, e volenti o nolenti questo rally di Svezia è stata la gara tipo. Se non ci fossero stati i punti della tappa finale e della power stage l’unico elemento di interesse della terza frazione sarebbe stato il tentativo di sorpasso di Evans a Fourmaux. Il pilota francese avrebbe comunque alzato le braccia lo stesso, pago del suo primo podio iridato, rischiare di buttare tutto alle ortiche per un secondo difficile da tenere e un facile terzo, ha una sola risposta logica. Per il resto sarebbe stato un sempre più lento trascinarsi verso il traguardo da parte di tutti, questa volta iniziato addirittura dal sabato mattina. A contare per un pilota part-time come Lappi è il risultato finale, non sicuramente i punti individuali, anzi in un ottica di squadra lasciare i punti della domenica ai compagni impegnati nella corsa iridata è perfettamente normale. La regola non ha mai avuto lo spirito di fare mettere il piede giù a Lappi o Fourmaux, interessati solo al risultato finale che giustamente hanno fatto la loro gara. Tra gli altri però senza fare follie, ognuno ha cercato di andare a caccia di quei punti supplementari, lo ha fatto Neuville a Montecarlo e lo stesso ha fatto Evans a Umeà. La domanda vera e se Evans partito secondo il venerdì, autore di due tappe al limite (come testimoniano i rischi che si è preso) prendere più punti Lappi che dal sabato mattino ha corso in controllo è uno scandalo? Anche perché ai fini del ritorno di immagine la vittoria di Lappi non è stata minimamente intaccata. Togliere la regola dopo poche gare sarebbe quanto di peggio, ma altrettanto sarebbe come per l’ordine di partenza passato l’esame lasciarla inalterata per anni. L’idea di dare i punti tappa la domenica è giusta, meno quella dei punti il sabato sera condizionati dal superare il traguardo. Troppo contorta, come lo spirito di leggere i punti dati la domenica come un estrazione equazionale dal punteggio gara precedente. I punti gara analizzando Monte e Svezia forse sarebbe bene darli alla fine e non il sabato sera, ma i punti della domenica devono restare, come non sarebbe male assegnarli anche nella tappa del sabato.