Il leader della serie ERC4 Junior Ola Nore Jr, qualche giornata dopo la dolorosa rinuncia di Mabellini, anche lui issa bandiera bianca prima del Barum per problemi di vil denaro, ma il caso del norvegese è ancora più eclatante visto che a due gare dal termine dell’ERC Junior è in testa alla serie che spalanca le porte del WRC Junior.
Come avevamo scritto solo due giorni fa il Mabe non è il primo, ma non sarà nemmeno l’ultimo a dovere issare bandiera bianca per problemi di budget, una realtà e non certo una gufata. Perché vedere Ola Nore, leader provvisorio dell’ERC Junior (grazie ai successi ottenuti in Polonia e Liepaja), gettare la spugna a distanza di pochi giorni per non dire ore lascia altrettanto rammaricati. Come in altri casi il budget era risicato, ed è bastato un dei partner saltasse una tranche per fare crollare il castello. Il forfait del ventiduenne norvegese se vogliamo sorprende ancora di più, perché arriva dall’invidiabile posizione di leader del campionato, ma soprattutto perché in una selva di Peugeot 208 lui era al volante di una Renault Clio Rally4, gestita dalla francese AMD Motorsport. In questo momento la compatta della Regie nel giro di un paio di stagioni è passata dallo status di regina a quello di flop, pur mantenendo altissimi i suoi standard di competitività. Con dei costi dove forse bisogna spendere qualche soldino in più delle vetture del leone e delle sorelline targate Opel, a fare la differenza sono state sopratutto le difficoltà che presenta al volante; una piccola vettura per veri professionisti, o se vogliamo aspiranti tali. Una scelta che spaventa piloti e soprattutto noleggiatori, così nel giro di poco tempo anche la Clio Rally4 è diventata una delle tante cenerentole dei rally. Essere lì a giocarsi il titolo, ed essere completamente ignorata dal proprio costruttore, è qualcosa di inconcepibile, con un piccolo aiuto, che ad un costruttore può costare poco o niente perché pagato in natura, Ola potrebbe ancora essere della partita. Ed il reparto corse della Regie potrebbe mostrare la bontà del proprio prodotto, e dimostrare che è interessato al motorsport, e non solamente a vendere e fare dei numeri come nel caso della Rally5. Un altro aspetto che emerge da questa vicenda è come in un panorama apparentemente ricco come quello norvegese, dove vivono sistemi manageriali come le famiglie Solberg e Ostberg, oppure la Even, quando si è fuori da queste realtà talento o meno è davvero difficile andare avanti. Anche se si tratta di programmi di sei gare su delle piccole compatte tutto avanti.