Il WRC oramai da anni ci sta regalando una serie infinita di candidature civetta, poco conta se queste siano fondate o meno, in alcuni casi alle loro spalle il promotore si è speso anche con le autorità locali direttamente o indirettamente, ma nella quasi totalità dei casi i budget non sembrano nemmeno in grado di supportare la candidatura, figuriamoci una gara.
Una delle peculiarità della prima repubblica italiana, era il governo ombra, con tanto di pseudo ministri (appartenenti all’opposizione). Nel WRC dei giorni nostri, in particolare nei primi mesi di quest’anno, le candidature al calendario WRC per il venti venticinque e il venti ventisei si sono moltiplicate esponenzialmente. Tante sono le gare civetta, da quelle autopromosse a quelle buttate dentro un tanto al chilo, ma tassativamente senza una qualsiasi copertura finanziaria. In pratica si è creato una sorta di calendario ombra, che a differenza dei governi ombra non fa capo a nessuna opposizione, e tiene banco nella comunicazione del WRC Promoter, lo stesso che ha la prima e ultima parola sul calendario WRC. Se al Montecarlo nella sua conferenza stampa il promotore, ha dichiarato in maniera indiretta di non avere alcun ruolo nella stesura delle nuove regole, l’unica cosa su cui si è sbilanciato sono i due futuri ingressi nel WRC. Arabia Saudita nel 2025 e Stati Uniti nel venti ventisei. Ma al tempo stesso stava perorando la causa dell’Irlanda, presenziando alla presentazione della candidatura, in una anomalia unica del WRC, dove il pretendente non si propone al gestore del campionato supportato dal sostegno dei governi locali. Esattamente come per, la confinante, Irlanda del Nord è stato il promoter a supportare gli aspiranti organizzatori nella loro questua ai governi locali, per avere i finanziamenti necessari. Vuoi per lo spirito competitivo mai sopito con il Regno Unito, sono cominciate a diffondersi voci di un ritorno del rally GB. Echi che rimbalzano dalla Scozia al Galles, senza trovare un vero referente, ai quali la federazione UK da corda nella speranza di trovare quei budget, che solo il Galles ha garantito dall’inizio del nuovo millennio. E siamo già a quattro gare, ma in Europa a sorpresa qualche settimana addietro si sono fatte avanti anche le Canarie, la gara c’è ed è nel campionato ERC, ovvero il parcheggio del WRC, secondo il Promoter. Come in altre occasioni però l’impressione è quella di un sasso gettato nello stagno per vedere cosa si muove, ma senza una vera convinzione. Alla fine di gennaio a sparigliare le carte ci ha pensato il sud America con il Paraguay, nella regione di Itapua, dove si corre una gara del campionato continentale CODASUR. La trattiva con il promotore è in piedi da almeno tre mesi, i paraguaiani abili nel fiutare la volontà di dare una spalla al Cile, parlano di cosa oramai per fatta, copertura governativa compresa. In realtà la trattativa c’è ma da come si stanno muovendo le parti le coperture potrebbero non essere la formalità che lasciano intendere. Poi ci sono le due entità silenti; l’Argentina per la quale la porta è sempre aperta, ma la situazione economica e politica è complicata, e poi c’è il Mexico, appena si interrompe il ciclo WRC a Leon mandano in scena il Rally of Nations, poche parole ma fatti. Un calendario ombra con otto round e siamo solamente a inizio marzo.