Il calendario 2020 è stato varato da poche settimane, tra mille difficoltà quasi tutte di natura economica, ed oggi a pochi giorni dal consiglio mondiale il Cile si defila e passa la mano affondato dai problemi economici e politici nazionali.
La congiuntura economica, ed una delle distribuzioni più inique della ricchezza nazionale dalla fine dell’estate sta mettendo a ferro e fuoco Santiago e non solo, con ripetuti disordini e veri e propri atti di guerriglia urbana, con saccheggi e quant’altro. Una situazione esplosiva che solamente un tavolo di lavoro su una nuova riforma costituzionale è riuscito almeno a stemperare, ed il referendum per avvallarla dovrebbe tenersi proprio ad aprile, quindi nel mese del rally, un periodo che potrebbe proporre un nuovo surriscaldamento della situazione. Gli organizzatori onde evitare situazioni spiacevoli nel periodo della gara prevista dal 16 al 19 aprile 2020, hanno preferito passare la mano mettendo le mani avanti per un rientro nel 2021. Ma nonostante le incoraggianti dichiarazioni, degli organizzatori che hanno esaltato il ritorno mediatico turistico avuto nell’edizione che ci siamo appena lasciati alle spalle, a preoccupare non è solamente la complicata situazione politica del Cile ma anche in primis c’è il budget. Volenti o nolenti questa è una gara che tra sostegni federali e dei governatorati locali attinge la netta maggioranza delle sue risorse da politica e regioni, ed in periodi di instabilità è difficile immaginare la matassa possa sbrogliarsi in pochi mesi. Comunque la parte del budget messo a disposizione dalla regione di Bio Bio era stato cancellato in toto nei giorni passati e probabilmente altri partner avrebbero disdetto quindi è difficile immaginare che in un futuro a breve la politica si sbilanci, soprattutto perché il tanto sbandierato interesse turistico in realtà ha lasciato perplessi molti degli addetti ai lavori visto che le strutture di Concepcion non hanno quella propensione al turismo di massa tali da giustificare i budget messi sul piatto.