IL MONTE DEI SETTANTA

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Consapevoli del polverone scatenato da chi al Monte venti ventiquattro è rimasto al palo, all’ACM contemporaneamente alla diffusione dell’elenco iscritti hanno spiegato il perché dei soli settanta iscritti, ma le polemiche anche se in tono minore continuano per le ragioni più svariate, compreso chi punta il dito contro un favoritismo verso i piloti Italiani in Rally2.

L’ACM ieri ha pubblicato l’elenco iscritti ufficiale alla novantaduesima edizione del rally di Montecarlo, ed il club monegasco conscio della forte ondata di polemiche, seguita alle esclusioni eccellenti di Poizot e Pieri, ha spiegato per voce del suo direttore il perché del numero limitato a sole settanta vetture. Limite adottato per andare incontro alle richieste di FIA, promotore e costruttori sulle dimensioni del parco assistenza. Spiegazione che non sembra però avere convinto sino in fondo, come il passaggio da settantacinque a settanta vetture passando da Monaco a Gap. In realtà il sistema odierno del WRC sempre più concentrato e standardizzato, se rispettato alla lettera poco concede, e dall’ACM non sembrano avere la volontà di intraprendere nuove crociate. Oppure finire nuovamente nel mirino delle critiche dei piani alti della gestione del campionato, per avere ammesso una manciata di vetture in più. Il numero chiuso, oggi criticatissimo perché fissato a settanta vetture, in realtà ha sempre registrato degli esclusi, indipendentemente questo sia stato fissato a settantacinque, cento, oppure i duecento degli anni ottanta. Questa volta, a differenza di altre, c’è stata una gestione più leggera e poco trasparente, visto che i criteri utilizzati non sono stati esplicitati. Leggera perché nell’era dei social lasciare a casa due driver come Poizot e Pieri, amatissimi dai fans per la loro guida spumeggiante, era un sicuro focolaio di polemiche. Gli esclusi, avevano annunciato la loro partecipazione contestualmente alla loro iscrizione, se vogliamo forzando un poco la mano, questo però li ha obbligati in automatico ad esternare pubblicamente il loro disappunto, innescando una marea di contestazioni. Di iscrizioni ne sono pervenute 112, delle quali 93 regolarmente formalizzate, questo significa che un’altra ventina di equipaggi sono rimasti a casa con altrettanto disappunto, ma nessuno si è veramente indignato per loro. Come negli passati probabilmente non se ne sarebbe accorto nessuno. A sorprendere sono gli spunti polemici dove ognuno vede solamente quello che può rafforzare la propria idea di rally tra passato, presente e futuro: un WRC solo per professionisti, gare o vetture troppo costose, ed un’altra buona dozzina di motivi, compresa quella del favoritismo nei confronti degli equipaggi Italiani. Parlando delle Rally2 tutti i nostri risultano iscritti al WRC2, quindi con regolare priorità di iscrizione. La stessa che attribuisce il WRC3, ed in tutta onestà è difficile capire un Tom Pieri che in quel campionato avrebbe potuto fare saltare il banco, rinunciare con il rischio di trovarsi fuori come è successo.

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