IL MONTE E L’ENIGMA PIRELLI

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Sin dalle prime edizioni il Montecarlo si è sempre giocato sulle gomme, ma dopo anni di monopolio Michelin, il ritorno alla monogomma con una Pirelli che ritorna in scena dopo anni di assenza dai massimi livelli del WRC le incognite sono molte ed i test sicuramente non sono bastati a chiarirli.

Da una parte qualche pilota ha affrontato l’argomento con diplomazia, in perfetta sinfonia con quello che la comunicazione di stato, sotto la quale è inquadrata la fornitura comune degli pneumatici. Dall’altra c’è chi il naso lo ha storto ma non è andato troppo oltre. Dopo i primi test dicembrini in quest’ultima settimana tutte le squadre ufficiali e non, si sono riversate nel sud della Francia per le ultime regolazioni, ma soprattutto per cercare di capire il feeling delle nuove gomme sui differenti terreni. Dopo le uscite di strada prima di Ogier e poi Greensmith dietro le quinte si è cominciato a ventilare un problema di gomme; ma in realtà che si sia trattato di errori di guida, oppure di un limite inferiore in particolari condizioni nella tenuta delle gomme non cambia assolutamente nulla. Sino all’anno passato l’obbiettivo è sempre stata la performance, mentre in un regime di monogomma l’elemento prestazionale va di pari passo con durata e versatilità. Ed in una gara particolare come il Montecarlo dove per vincere bisogna essere in grado di leggere la strada e le sue mutazioni, bisogna conoscere alla perfezione il prodotto a disposizione e per accostarsi ai limiti inevitabilmente si deve rischiare qualcosa. Quello che è’ emerso in questo mese di test full immersion è una gomma meno specifica, ma con un range di utilizzo più ampio. Sull’asfalto asciutto, bagnato e umido la prestazione è buona, compatibilmente con una spalla rinforzata che ne migliora l’endurance su asfalti sconnessi o nei tagli (limitando le forature). Il discorso cambia leggermente sul pneumatico neve, con e senza chiodi, perché una spalla più rigida va a modificare il lavoro del battistrada, ed il range delle pressioni su cui giocare è completamente differente e non è ancora ben chiaro fin dove ci si può spingere. Soprattutto nelle condizioni che alternano costoni al sole ed in ombra, con continui cambi tra asciutto e ghiaccio. Sarà quindi interessante capire se da questi test i piloti più sensibili al feeling con gli pneumatici saranno in grado di giocare qualche jolly, come gli strani incroci che abbiamo visto nelle ultime edizioni.

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