Il Rally of Nations Guanajuato fa il suo debutto sulla scena internazionale, ed anche se lo scontro tra le varie rappresentative nazionali, come abbiamo sottolineato in altri articoli, ha il sapore di una festa vedere assieme R5 e Rally2, con prototipi gruppo N semi stradali va ad infrangere uno dei grandi tabù della FIA e di molte federazioni.
Mettere assieme un parco vetture rally sufficiente a soddisfare le richieste Rally of Nations Guanajuato dalle parti di Leon, è un’operazione che può essere classifica sotto la voce missione impossibile. Di certo la realtà del continente nordamericano non aiuta molto, visto il deterrente per chi possiede vetture almeno decenti della durezza delle speciali degli altopiani di Guanajuato. Motivo per il quale possiamo definire il parco macchine della gara quanto meno variopinto, spingendosi ben oltre a quello che siamo abituati a vedere in certe gare delle serie continentali più sperdute. Un salto nel passato agli anni Settanta, ottanta (almeno per quanto riguarda l’Europa), quando anche nelle gare internazionali si vedevano auto da corsa e auto poco più che stradali con gli apprestamenti di sicurezza e basta. In un certo senso si può dire che è caduto quel rigido tabù che nelle gare FIA vuole ben separate le classi delle vetture, soprattutto dalle classi nazionali più improbabili. Questa volta, invece, non si sono nemmeno separate le tre gare, rally delle nazioni, NACAM, e campionato Messicano. L’ordine di partenza è stato stilato in base a un teorico potenziale attribuito alle vetture in sede di verifica, ed eventuali correttivi apportati in base ai tempi ottenuti nello shakedown. Un sistema imperfetto ma con un suo perché sportivo; questo però non tiene conto della fragilità di certe vetture improvvisate e mischiare le guest star, presenti soprattutto per lo spettacolo e divertimento personale, con chi si gioca qualcosa per la serie continentale, oppure nazionale non è certo il massimo. A parte questo problema facilmente risolvibile separando i concorrenti dei differenti campionati, il punto fondamentale è avere sdoganato il fatto di aprire a tutte le vetture, e non come in passato vietarle, oppure in certe gare come in sud America e Oceania, disputare gare parallele nell’anonimato più assoluto, lontano dai passaggi della gara vera, ma anche con dei service completamente decentrati. Un passo indietro che però va nella direzione di una dimensione che oggi i rally hanno perso, e se vogliono ritornare ad allargare la propria base dovranno ritrovare.