Orami è passato qualche giorno dalla fine del rally Città di Torino ma il polverone sollevato dalle verifiche post gara e relative ammende comminate, continua a fare discutere ma soprattutto ha visto finire nel polverone l’organizzatore, soggetto che i più identificano sempre come responsabile ma che in realtà nella gestione sportiva è completamente a margine.
Il caso del Città di Torino con le verifiche tecniche finali che hanno coinvolto tutto il gruppone delle N3, ed N2 ha lasciato molti strascichi, ed il polverone che si è sollevato fatica a placarsi; una vicenda che merita un approfondimento attento (visto il delicato argomento) che vada oltre alla facile semplificazione buoni contro cattivi. Innanzi tutto è doveroso precisare che l’organizzatore, additato come uno dei responsabili di quanto successo, in realtà come in tutte le altre gare chi organizza non ha voce in capitolo sulla gestione sportiva della gara. A molti la cosa può sembrare strana, ma in realtà questa separazione netta tra l’organizzazione e la gestione sportiva è alla base di quasi tutti sport, questo perché per l’organizzazione ogni concorrente è anche cliente, ed ovviamente questo tenderebbe ad accontentare i clienti. Le verifiche finali di ufficio sono una prassi soprattutto per i vincitori di classe, molto più raro è vedere convocate delle classi in blocco e quando succede l’impressione è quella della retata, ed è inevitabile monti la polemica figuriamoci se a ruota arrivano delle sanzioni amministrative (che per inciso vanno direttamente alla federazione e nel caso vengano incassate dall’organizzatore devono essere spedite a Roma). Oggetto della verifica, specchietti, doppia ventola e freno a mano, fondamentalmente particolari o accorgimenti utilizzate sulle gruppo A che a volte capita siano indebitamente montate sulle sorelline minori del gruppo N. A questo proposito va anche detto che trattandosi di omologazioni scadute, quindi soggette a regolamentazione nazionale la situazione è ancora più complessa perché sovrapponendo quanto riportato nell’allegato J si possono creare equivoci, ovvero quello che non è regolare da una parte può rientrare dalla finestra. Purtroppo nella vicenda la maniera di operare dei tecnici ha aiutato a sollevare questo polverone, anzi è sembrata andare a cercarlo. Ed è proprio questo che lascia perplessi, difficile credere questa situazione non sia figlia di attriti precedenti alla gara Torinese, voci di corridoio parlano di un bliz che era nell’aria già da qualche tempo. Per quanto riguarda il lungo protrarsi della verifica sicuramente è stato fastidioso, ma non comprendiamo come potrebbe essere stato altrimenti con tante vetture, ed altrettante discussioni che nascono per qualsiasi tipo di controversia. Purtroppo siamo di fronte ad una situazione che è figlia dell’evoluzione dei rally odierni, dove certe cose stanno al passo con i tempi, ed altre restano legate ad una trentina di anni addietro. Una delle piaghe sono le designazioni di gara in gara, ed indipendentemente dalle competenze personali, impediscono di costruire in questo o quel campionato un dialogo con una persona sola che coordini la maniera di operare dei tecnici, per cercare di sanare o chiarire eventuali situazioni senza restare in quell’ambiguità che poi genera queste situazioni.