IL PUBBLICO ESALTA LA CROAZIA

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La seconda edizione del Croazia WRC non si è fatta mancare niente, un meteo che moltiplicato le difficoltà della gara, colpi di scena come al Montecarlo, attori protagonisti e non, figuranti compresi all’altezza di una gara entusiasmante per i suoi capovolgimenti, ma ad esaltare tutto questo è stato un pubblico straripante, con un parterre internazionale.

Il potenziale della gara croata a livello pubblico lo si era intuito l’anno passato, quando una gara dichiarata a porte chiuse causa pandemia, in realtà non aveva sottoposto le speciali ad un controllo reale ed il numero di spettatori a bordo strada si era moltiplicato in maniera esponenziale di giorno in giorno. Quest’anno era quindi facile immaginare che sulle speciali ci sarebbe stato il mondo, e così è stato. Se il maltempo ha frenato leggermente il pubblico di casa, quello dei meno appassionati attirati soprattutto dalla portata dell’evento, il pubblico internazionale è arrivato in massa e per i tre giorni di gara ha colorato con le proprie bandiere chilometri e chilometri di speciale. Tantissimi i fan arrivati dalle nazioni confinanti Slovenia e soprattutto Ungheria, ma a farla da padroni sono stati gli spettatori della repubblica Ceca sicuramente i più colorati e numerosi. Decisamente importante la presenza degli Italiani, con un fortissimo accento carico di tutte le sfumature del triveneto. Un pubblico che conferma soprattutto quanto sia cresciuta la febbre per i rally, in tutti i paesi dell’Europa dell’Est e la Croazia con la sua centralità nel cuore del est europeo, forse non rappresenta un grande bacino commerciale a livello nazionale, ma è però circondata da una serie di nazioni legatissime al mondo delle auto sportive, ed alle corse. Nonostante i pochi punti di accesso la gestione sulle speciali è riuscita a distribuire in maniera omogenea il pubblico, tutto sommato adeguatamente in sicurezza nonostante i marshall non abbondassero. Pur non conoscendo ancora le stime sull’affluenza i numeri sui tre giorni sono sicuramente importanti, sicuramente pari alla fiumana che nei due giorni del Monza WRC nella Bergamasca a Selvino, Gerosa, ecc… Piene anche le aree dedicate al pubblico con biglietto, anche se nettamente insufficienti ad ospitare la marea colorata che si è riversata ovunque. L’idea di molti organizzatori, in questo caso sposata in pieno dai croati, di puntare molto sul service park e su dei villaggi che però non attraggono e tantomeno soddisfano gli appassionati, ma nemmeno i curiosi (quelli che non vivono di pane e rally), ancora una volta si è rivelato un buco nell’acqua.

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