La seconda divisione dei rally made in Italy dopo essere andata via per poco meno di un decennio sotto il nome di campionato Italiano WRC, nelle ultime tre stagioni ha cambiato per ben due volte denominazione prima in CIRA, e oggi in TIR ma senza mai cambiare la sostanza nel venti venticinque invece ci sarà un cambio di pelle vero.
Di fronte ad un campionato Italiano assoluto rally che il prossimo anno prosegue nel segno della stabilità, a cambiare pelle nel venti venticinque sarà il neonato TIR (Trofeo Italiano Rally), erede del CIRA e ancora prima del Campionato Italiano WRC. Una serie che in questi ultimi tre anni più che cambiare o trasformarsi si è limitata a darsi una lavata alla faccia, ed a parte qualche dettaglio poco significativo si è limitata al cambio della titolazione. Il progetto in fase di definizione prevede la suddivisione del campionato in due gironi geografici composti da tre (o quattro) gare ciascuno, della serie attuale. Nella seconda parte della stagione la serie si dovrebbe concludere con un girone finale (teoricamente di tre gare). Una ristrutturazione necessaria, vista l’immobilità della serie cadetta fossilizzata da troppi anni sullo stesso format, sempre più in difficoltà a garantire i numeri alle gare logisticamente più decentrate. Numeri comunque in discesa come testimoniano gli elenchi iscritti venti ventiquattro, dove solamente il Città di Bassano è riuscito a bucare (come al solito di slancio) quota cento. Un campionato con un baricentro oggi esageratamente spostato sul triveneto, potrebbe trovare nella formula a gironi una modalità per dare maggiore equilibrio alla serie, senza interventi drastici e penalizzanti su gare e calendari.