Nella prima giornata al rally delle nazioni, nel doppio passaggio sulla street stage di Guanajuato, a prendere la testa della gara è la Fabia del solito Ostberg, ma alle sue spalle a soli cinque decimi c’è un Andrea Mabellini in formato XXL, ed al nono posto assoluto tiene botta Alberto Battistolli.
Ieri sera, quando da noi era notte fonda, è scattato Il rally of Nations Guanajuato, la kermesse Messicana che si propone di andare a dare un immagine internazionale alla gara Messicana, nelle stagioni dove si è trovata fuori dal mondiale, esattamente come è successo quest’anno. Noi abbiamo usato il termine kermesse e non gara, perché la disparita tra le vetture reperite, e messe a disposizione dei piloti presenti, non sono il massimo. O meglio presentano differenti gradi di preparazione, che non si possono certo risolvere con l’equazioncina utilizzata per calcolare la speciale classifica a coppie delle “nazioni”. Questo però non influisce assolutamente sulla gara individuale in se, dove è comune a tutti l’obbiettivo di dare il meglio. Non è un caso che nella prima giornata a fare la parte del leone è stato Mads Ostberg, il vincitore dell’ultima edizione venti ventidue. Il pilota Norvegese è stato il più veloce sui quattro chilometri dello shake down di Romita, ma alle sue spalle si è inserito un Andrea Mabellini in grado di mettere subito alla frusta la sua Skoda Fabia R5, che si è lasciato dietro la lista delle Rally2 e R5 locali, dei pretendenti al titolo Messicano e NACAM. Un trend confermato nei due affascinanti passaggi in notturna sulla Street Stage di Guanajuato dove ad andare al riposo notturno con le redini della classifica è il solito Ostberg. Ma ad appena cinque decimi in seconda posizione troviamo sempre il nostro portacolori, questa volta in coabitazione con la Fabia Rally2 Evo del messicano Mauro. Nonostante la meno performante Mitsu Evo IX, chiude alla grande lo show by night anche Battistolli, il distacco cronometrico dai primi è importante, ma nel mirino a pochi decimi ha le Yaris dello spagnolo Sergi Francoli e dello svedese Dennis Radstrom.
