Sono sempre tonde e nere ma in Europa hanno il dono dell’invisibilità, anche per i piloti che ci corrono come l’Ungherese Csomos, le cui performance si sono fatte notare nonostante non possa figurare nel campionato, e risulti escluso dagli ordini di partenza invertiti, dalla prova di qualifica e soprattutto dalla power stage live.
Le considerazioni su questi primi sei mesi di ERC targato WRC Promoter, non sono mediaticamente entusiasmanti; l’interesse per la serie continentale è rimasto stazionario in leggera discesa, ma l’applicazione della formula WRC che oscura qualsiasi pilota o partner non faccia parte del carrozzone ha proposto casi al limite del pudore. Ed il più lampante è quello dell’Ungherese Miklos Csomos che corre con le coperture coreane Hankook e nei quattro round dell’ERC disputati ha fatto segnare delle performance costantemente all’interno della top ten. Gli effetti della formula WRC dove si paga anche l’aria che si respira, funziona soprattutto grazie alla presenza delle squadre ufficiali che prestazionalmente oscurano il resto del gruppone. Nell’ERC invece il sistema scricchiola, perché i valori sono assolutamente allineati; dalla tipologia di vetture, ma soprattutto dalla mancanza di squadre ufficiali, con pochi problemi di budget. Csomos in quattro gare (tre terra e una asfalto) ha collezionato due undicesimi posti, un decimo, ed in Polonia si è ritirato a tre prove dalla fine quando occupava la quinta piazza assoluta. Ma dopo una serie di gare dove continua a stazionare regolarmente nella top ten, vederlo escluso dalla stage di qualifica, partire sempre in coda ai primi quindici oppure vederlo escluso dalla power stage live, nonostante i primi a partire fossero Kristensson e Solans che nella generale prima dell’ultima prova erano dietro all’Ungherese. L’ordine di partenza in base alla classifica deve essere un principio sacro, nulla da eccepire sul fatto che il promotore faccia partire davanti due o più ERC4, ma una volta che si inizia in ordine di classifica non è pensabile giocare a questo fuori quello dentro. Un po’ come nel WRC è discutibile il principio con il quale a volte sono state lasciate fuori le WRC dei privati. Uno sgarbo che in una serie seguita soprattutto da addetti ai lavori forse ha messo un accento in più sulle prestazioni di Csomos, ed anche delle Hankook. Con un ordine di partenza sempre dietro ai quindici fare delle comparazioni più precise è impossibile, e l’unica cosa evidente è che le coperture Coreane vanno davvero forte, anche perché la differenza non la può certo fare una Skoda Fabia R5 del 2018. Ma parlando di andare forte non ci si può certo dimenticare di Miklos, ventinove anni non sono quelli di un giovanissimo, ma sicuramente non è un fuori quota e con alle spalle due sole stagioni nazionali al volante della R5 il potenziale c’è.