Il venerdì made in Japan propone un round finale dove si decidono il mondiale piloti e soprattutto quello costruttori e un’incredibile serie di colpi di scena in rapida successione il mattino vede le Toyota messe all’angolo dalle forature, ma un problema al motore di Neuville e un’altra uscita di Mikkelsen ribaltano la partita per il costruttori.
La prima tappa del Japan regala una serie di colpi di scena che tengono in bilico il mondiale costruttori, mentre nel piloti Tanak accorcia pericolosamente le distanze. A dare il primo scossone alla classifica è il passaggio di buona mattina sui ventitré chilometri della Isegami’s Tunnel, la speciale più insidiosa, lenta, umida e con tante foglie, ma soprattutto i canali di scolo a bordo carreggiata e lunghi tratti di cordoli (simil marciapiede), sono una sorta di invito alle forature. Ed a caderci sono Ogier costretto a fermarsi e cambiare pneumatico e Katsuta al traguardo con la posteriore sinistra a terra. Il mondiale costruttori con Tanak e Neuville saldamente al comando, con il solo Evans sui loro scarichi, mentre Katsuta e il resto del gruppo insegue ad un minuto dalla leadership sposta l’ago della bilancia nettamente dalla parte della Hyundai. Ma sull’ultima speciale della mattina la ruota inizia a girare, il motore della i20 N Rally1 di Neuville comincia a perdere colpi, senza la presenza di un service di metà giornata, ma solamente una zona per il cambio pneumatici, Neuville non riesce a rimediare, ed inizia un abbondante emorragia di secondi che lo vede precipitare sempre più lontano dalla top ten. Nella replica della lunga a completare la frittata in casa Hyundai è un Mikkelsen in evidente difficoltà a restare agganciato a Katsuta, rimedia l’ennesima disastrosa uscita che permette alle Toyota di rientrare in gioco per il WRC costruttori. In testa alla gara tiene botta Tanak, mentre Evans che al giro di boa di metà giornata era riuscito a passare in testa, perde rapidamente secondi e si ritrova una solida seconda posizione ma ad oltre una ventina di secondi dalla testa della gara. Un ritardo che Efyn spiega fumosamente, anche se è abbastanza chiaro che a quel punto con due Hyundai fuori gioco Toyota può concedere qualcosa a Tanak a fronte dell’imperativo per Evans e Katsuta di portare le rispettive vetture a traguardo sul podio. Palesemte in difficoltà le Puma con Fourmaux in difficolta a resistere al ritorno di Ogier che non può certo chiudere il suo gap con i primi due della classe, ma implacabilmente mangia vagonate di secondi al resto del plotone.