Il rally del Japan si apre con un apericena by night sulle strade del Kuragaike Park, due chilometri e settecentocinquanta metri cronometrati con tratti particolarmente guidati, anni luce dal concetto di prova spettacolo, ma un antipasto di strade estremamente tormentate, a tratti scivolose, dove a prendere il timone è Seb Ogier.
Nello Shakedown del Giappone sulla tortuosa strada del Kuragaike Park a fare la voce grossa sono Neuville ed Evans che bruciano per una manciata di decimi il resto del gruppo tirato da Ogier con a ruota le due Puma di Breen e Greensmith. Ma quando calano le ombre della notte a Kuragaike Park si va ad invertire il senso di marcia e sulla stessa strada il rally Japan va a incoronare il suo primo leader. Una gara nuova, tutta da scoprire con un asfalto che alterna porzioni molto guidate ad altre che concedono maggiore respiro, tante incognite tutte assieme, sono un invito per Ogier a mettere subito alla frusta la sua Yaris perché ogni decimo può essere quello che fa la differenza. Ed oggi esattamente come ieri, nonostante sia prossimo ai quaranta, ed alle spalle ci sia una stagione a mezzo servizio, il lupo di Gap è andato a battere il primo scratch cercando di non lasciare nulla agli avversari. Anche se il Tour è cosa differente, dopo parecchie stagioni di asfalti assolutamente anomali dove il ritmo è più sostenuto, sporco e taglioni la fanno da padroni, si ritorna a su un fondo catramato da asfaltisti veri; ed a ambire a questa prestigiosa cattedra universitaria hanno dimostrato sin dai primi metri di essere in molti. Alle spalle di Ogier sui due chilometri e settecento della prima speciale troviamo un manipolo di piloti in appena sei decimi: Breen, Tanak, Neuville, Rovanpera. Ma non includere nella partita Elfyn Evans che sulla speciale di apertura ha ceduto 1”.2 al compagno di squadra sarebbe un grave errore, visto che il dragone Gallese sul asfalto vero ha sempre fatto scintille.