JAPAN TROPPE CANCELLAZIONI

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La prima frazione propone al comando due tra i migliori asfaltisti del momento, con Evans che per tre secondi brucia Neuville, ma a cinque secondi dal leader tiene alla grande un Rovanpera incisivo anche quando le medie si abbassano. Ma a fare discutere in questa prima giornata sono state le stage cancellate ben due, ed il WRC2 che ha disputato appena trentatrè chilometri.

Due anni al palo a causa pandemia, le edizioni corte per fare le prove generali sono servite davvero a poco dal punto di vista organizzativo. Speciali molto interessanti e guidate, con un fondo a tratti scivoloso e una marea di foglie per terra che ricordavano il Sanremo di ottobre nell’entroterra imperiese, un organizzazione puntigliosa nel cercare di costruire una gara degna di un WRC. Ma in un rally l’imprevisto è dietro l’angolo e la capacità di reazione non è mai pervenuta. La prima speciale a saltare Inabu Dam, la speciale precedente con la macchina di Sordo andata a fuoco ha spaccato il gruppo e per ricucirlo si è andati giù di forbice. Mentre sui ventidue chilometri Shitara Town il secondo giro viene cancellato per il danneggiamento di una protezione causato dall’uscita di Breen (con un’buco tra i due passaggi di cinque sei ore). Quarantuno chilometri e mezzo in meno ai quali bisogna aggiungere un taglio di nove chilometri sul secondo passaggio della Isegami’s Tunnel, dove è andato a fuoco Sordo, su un totale di 283 è tanta roba. Una macchia indelebile sul report di una gara mondiale, che denota l’avere studiato la lezione solamente per quanto riguarda la facciata, ma non per il dietro le quinte. A provocare il tutto, o buona parte, sono stati due incidenti occorsi alle Rally1, che ovviamente interrompendo la speciale hanno tenuto al palo il gruppone delle WRC2. In pratica dei cinquantanove minuti disputati da chi è in testa alla classifica WRC2 più di trentatré sono di tempo imposto, ed chilometri cronometrati effettuati in una giornata di gara sono appena trentatré e mezzo. La cronaca a parte gli incidenti, e le disavventure minori occorse a Ogier (foratura), Tanak (problemi alla trasmissione) e Greensmith (semiasse); ha proposto un tiratissimo braccio di ferro a tre che ha visto succedersi al timone della gara Rovanpera, Neuville ed Evans. Al traguardo serale i tre sono racchiusi in un fazzoletto di appena cinque secondi, una lotta apertissima che visti gli ottanta chilometri della tappa del sabato probabilmente andrà a proporre una domenica con un arrivo allo sprint. Questo genere di prove non è certamente il preferito da Tanak, ma considerato che il suo ritardo è appena inferiore ai quattordici secondi, sarebbe sbagliato vendere in anticipo la pelle dell’orso.

CLASSIFICA

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