Il campionato Junior quest’anno si è affacciato alla prima del Targa Florio con un parterre quasi interamente rinnovato, con tanti ragazzi giovanissimi tutti da scoprire e tra questi si è subito messo in evidenza Davide Pesavento un vicentino con poca esperienza ma di qualità, capace di farsi subito notare.
Lo Junior made in Italy quest’anno ha presentato ai nastri di partenza una pattuglia di ragazzini con un’età media in discesa, ma se vogliamo tutti da scoprire, unico ad avere partecipato in passato a questo campionato è Riccardo Pederzani (2020 e 2021). Tra i più o meno conosciuti ci sono anche i soliti figli e fratelli di, che si erano già messi in evidenza, così come Iani protagonista nei monomarca di Suzuki. Ma a farsi subito notare, indipendentemente da quello che possa essere il risultato finale, è stato il ventiduenne Davide Pesavento in coppia con Marco Frigo. Un equipaggio quasi anomalo per questi tempi, soprattutto perché i due hanno fatto segnare il loro debutto nei rally fianco a fianco, al rally Marca Trevigiana del 2022 su una Peugeot 208 R2. Un debutto avvenuto a ventuno anni, quasi in controtendenza con il trend del momento che esalta i baby driver, una stagione dove ha disputato appena cinque gare, ma a parte il Prealpi Master Show, gare di qualità: CIRA, CIAR e CIRT. La scelta di buttarsi nella mischia dello Junior subito, è quindi decisamente coraggiosa, anche se a confortarla sono arrivati degli interessanti risultati sulla terra e sull’asfalto nelle prime tre gare disputate (Tevere, Foligno e Due Valli) in preparazione del campionato. Il suo debutto sulle strade del Targa rappresentava un vero punto interrogativo, perché a differenza di uno Iani non era mai stato protagonista di confronti in altri campionati. Ma se ieri sui due chilometri e due della power stage si è messo in evidenza battendo il secondo tempo, nella prima bouclé vera ha lasciato senza parole, uno scratch e due piazze d’onore, mettono in evidenza un pilota veloce e regolare. Questo nonostante un’esperienza molto limitata. Ad impressionare non sono i tempi o la leadership provvisoria, ma la sua maturità e freddezza nella gestione della gara, indicatore di un grandissimo potenziale, oltre ad avere palessato margini di crescita esponenziali.