Una vera e propria festa quella andata in scena a Biella lo scorso fine settimana. Un gradito riconoscimento per i cinquant’anni del Rallye della Lana, che ha ospitato piloti e navigatori che hanno fatto la storia della gara biellese, in un evento a 360°.
Non la conosciamo di certo oggi Biella, tanto più quando si tratta di eventi motoristici. Un legame che dura da cinquant’anni almeno, da quando nell’aprile del 1973, prese il via la prima edizione del Rallye della Lana. Un anniversario che è stato tributato grazie ad un “Revival”, organizzato dall’Automobile Club Biella, con il supporto dei ragazzi della scuderia Veglio 4×4. Un weekend all’insegna dei motori, diviso tra una parte statica ed una parte dinamica, volte a ripercorrere l’epoca d’oro di questa gara. Ragion per cui, sul palco allestito nella centralissima Piazza del Duomo, sono state esposte vetture dal grande valore storico, raccontate nelle innumerevoli storie da ospiti dal gande passato, come Dario Cerrato, Maurizio Verini, “Rudy”, Federico Ormezzano, Piero Liatti, Fabrizio Ratiglia e molti altri ancora. Il tutto collegato ad una parte più dinamica, svoltasi sotto forma di regolarità, nella nottata tra il sabato e la domenica, denominata “Classic Experience”. Oltre centottanta le vetture al via, in un format particolare, che raggruppava oltre mezzo secolo di storia dell’automobilismo.
Dalle più iconiche, come la Lancia Stratos dei fratelli Torlasco, fino alle attuali auto sportive dei giorni nostri. Un modo per rievocare i tempi passati ed avvicinare i giovani alla specialità, rendendo un sogno, realtà. Un ottimo veicolo per approcciare le basi della materia, con costi nettamente più bassi. Bello ed affascinante, altresì, il format “notturno”, volto a trasmettere agli equipaggi quell’atmosfera che si respirava un tempo, con un importante presenza di pubblico, sia a Biella che nei paesi limitrofi. Una vera e propria festa, dove vengono coinvolte intere comunità, permettendo ai ragazzi con qualche anno in meno, di trascorrere un sabato sera diverso dalla normalità.
Insomma, un’iniziativa da promuovere e da riproporre in luoghi dove i rally hanno segnato un’epoca incredibile. Per ricordare i tempi passati e per dare nuova linfa alle generazioni.