La data del consiglio mondiale di autunno si sta rapidamente avvicinando e dalle commissioni agli incontri con i costruttori tutti stanno lavorando per dare la loro impronta al futuro dei rally, anche se sarebbe meglio dire cercano di tirare per la giacchetta il gruppo di lavoro presieduto da Robert Reid che passerà al vaglio le proposte portate sul tavolo.
L’interesse per la riunione della commissione che si terrà domani sta inevitabilmente crescendo perché si sta avvicinando la data del consiglio mondiale di ottobre dove dovranno essere teoricamente ratificate le linee guida (almeno a livello filosofico) per il futuro a breve, ma soprattutto a medio termine (2027 – 2030), della specialità. Dalla commissione dovrebbero arrivare indicazioni sul sistema di assegnazione dei punti che tanto a fatto discutere: piloti, addetti ai lavori e fans. Le proposte sul tavolo in proposito sono più di una, ma se l’argomento è premiare principalmente il vincitore e tenere viva la domenica l’equazione è decisamente complessa. Tra le proposte attese c’è anche quella del promotore con il suo centro comune di comunicazione per inserire nei live le trasmissioni radio con gli equipaggi. L’argomento più scottante del momento sono però le indicazioni per stabilire quale sarà la filosofia che dovrà portare al nuovo regolamento tecnico per il venti ventisette. Un argomento decisamente delicato che tocca la commissione in maniera marginale, trattandosi di un argomento con il quale il gruppo di lavoro dovrà confrontarsi soprattutto con tutti i costruttori. Ed oggi le commissioni non rappresentano tutti i costruttori, ma una rappresentanza ristretta di quelli attualmente già impegnati nei rally. Ed anche tra questi la visione del futuro presenta sfumature differenti, per non dire significativamente differenti. Se dopo la decisione di togliere l’ibrido i tre costruttori presenti per fare ritornare la FIA sui suoi passi l’hanno tirata per la giacchetta sino ad indurla alla retromarcia. Sulle nuove regole il gruppo dei costruttori è ancora più spaccato, dalle rally1 al resto della piramide, ed anche se nessuno si è apertamente sbilanciato, dietro alle quinte si è scatenata una sorta di guerriglia che oggi sta uscendo allo scoperto. A cominciare dalla Hyundai che oramai sembra avere un mezzo piede fuori dai rally, ma in realtà continua a restare alla finestra. Ma c’è anche chi fedele al manuale di come fare pressione, sta cercando di forzare la discussione a mezzo stampa, facendo filtrare indiscrezioni vere solamente in parte, con il chiaro obbiettivo di spingere le decisioni in una direzione a loro più favorevole. Per non parlare di quei costruttori che non sono della partita ma stanno guardando con interesse alla disciplina, ma ognuno con un approccio filosofico differente.