I numeri del Rallye Mont-Blanc, confermano lo stato di salute dei rally francesi. Una nazione che crede ancora molto nel motorsport e che vede quotidianamente numerosi ragazzi giovani avvicinarsi alla specialità.
I numeri che ci arrivano dal versante francese del Monte Bianco, sono da capogiro. Oltre trecento le vetture al via della classica di settembre del CFR (massima serie francese), ovvero il Rallye Mont-Blanc. Oltre centottanta i chilometri cronometrati da affrontare, suddivisi in due giorni di gara e quattordici prove speciali, che dimostrano ancora una volta l’elevato tasso tecnico messo in campo dalle gare d’oltralpe. Numeri importanti che ci fanno riflettere, soprattutto se si tiene in conto dell’importante affluenza di equipaggi trofeisti, che nel caso del monomarca riservato alle Renault Clio Rally5, superano le cinquanta unità. Un sistema, quello transalpino, che pare dunque essersi ripreso brillantemente dall’effetto pandemia, ricordandoci l’importanza del lancio dei trofei nei vari campionati. Una situazione che troviamo parallelamente nei rally regionali, dove gli elenchi iscritti sono sempre molto affollati, merito del Gruppo F e delle sotto categorie F2000 – 14, F2000 – 13, F2000 – 12 ed F2000 – 11. A proposito di questo, una nota particolare la meritano i tanti giovani che si cimentano su questa tipologia di vetture, grazie ai costi relativamente ridotti ed alla possibilità di mettersi in mostra anche in importanti palcoscenici. Insomma, è inutile negarlo, se si frequentano i parchi assistenza delle gare d’oltralpe, si nota come l’età media degli equipaggi sia decisamente più bassa, con effetto a ricaduta su numerosi ragazzi che per forza di cose, per amicizia o per altro, si avvicinano a questo mondo. Un risvolto difficilmente visibile nella nostra penisola, che ogni anno vede ridursi il numero degli under, vuoi per ragioni economiche, vuoi per altre motivazioni. Un problema da affrontare, rilanciando sempre più progetti come Rally Italia Talent, che negli ultimi anni ha saputo dare un apporto perlomeno nell’avvicinamento a questa specialità. Di contro, stiamo sicuramente pagando lo scotto di non aver avuto un campione nel WRC negli ultimi anni, per intenderci un Valentino Rossi della MotoGP. Un uomo immagine, come successo in Francia con Sébastien Loeb prima ed in parte con Sébastien Ogier poi, con i quali sono cresciuti i ragazzi dell’ultimo ventennio.