LA ROSSA DA RALLYCROSS

0

Tolti i veli all’Alfa Romeo Mito che correrà nel rallycross (foto Massimo Carpeggiani): progetto ideato da Tedak con il supporto di Autotecnica, l’esordio a Lohéac ad inizio settembre nell’Europeo S1600, categoria nella quale si punterà in alto nel 2018. Ma l’obiettivo è il Mondiale e per il motore c’è l’idea di un futuro su più fronti…

La Terra dei Motori sforna una rossa per il rallycross. E’ l’Alfa Romeo Mito, la prima vettura italiana destinata ad un programma agonistico nella specialità che spopola in Nord Europa ed America. A portarla in gara sarà la Tedak di Scandiano (pedecollina reggiana), nella cui sede sono stati presentati i due esemplari che, fra poco più di un mese, lanceranno la sfida agli specialisti nordici dell’Europeo S1600.

Quello ideato da Andrea Carretti – fondatore del team nonché pioniere italiano nel rallycross – è un progetto inedito, tanto ambizioso quanto impegnativo e stuzzicante. Perché, di fatto, l’idea non è solo quella di portare, per la prima volta, una vettura italiana nel rallycross, ma di farlo lanciando una sfida ‘made in Italy’, visto che i partner tecnici che hanno aderito a questa iniziativa sono tutti nostrani, a partire dalla cremonese Autotecnica, dalla quale arriva il quattro cilindri in linea da 245 cavalli che ruggirà sotto il cofano delle vetture.

“L’idea di correre con una vettura italiana nel rallycross – spiega Carretti, che con Tedak è impegnato nell’Europeo S1600 già da alcuni anni – mi è venuta ad inizio 2016. Quando ho contattato l’ingegner Delfino (boss di Autotecnica, ndr), credevo che non mi avrebbe neanche ricevuto, e invece adesso siamo qui, con due vetture progettate ex- novo – motore incluso – per correre in questa specialità. Sono concettualmente delle WRC/R5, pronte per fare il salto nella Supercar, anche se l’obiettivo iniziale sarà quello di essere competitivi e, possibilmente, vincenti, nell’Europeo S1600, magari già nel 2018. Da qui a Lohéac sosterremo alcuni test, ma lo shake-down mi ha già dato sensazioni positive; queste tre ultime gare dell’Europeo ci serviranno per misurarci in vista della prossima stagione, ma contiamo di essere già tra i migliori e, se riusciremo ad entrare in finale, vorrà dire che saremo a buon punto per puntare al bottino grosso l’anno venturo. Il nostro pilota di punta, anche nel 2018, sarà Davide Medici (già impegnato negli anni scorsi con Tedak nell’Europeo), mentre per il secondo sedile ci affideremo intanto a Visentin in Francia, poi si vedrà”.

Se Tedak punta, in prospettiva, al Mondiale rallycross, programma ancor più ad ampio respiro in prospettiva futura caratterizza il progetto di Autotecnica. “L’idea è quella di avere un motore globale – spiega l’ingegnere Giovanni Delfino -, cioè un’unità che possa essere utilizzata anche in pista e nei rally. Il che vuole dire che lavoreremo per avere un 1600, un 1800 ed un 2000, tutti sia in configurazione aspirata, sia turbo-compressa. E, lo confesso, mi vengono i brividi al solo pensiero di vedere il nostro motore spingere una R5: sarebbe una soddisfazione enorme…”.

Delfino spiega poi le origini di questo progetto: “Siamo partiti dal 1750 turbo della Giulietta e della 4C come base, ma di quell’unità abbiamo tenuto solo il basamento: tutto il resto è frutto del nostro lavoro, per un progetto che si è compiuto in appena 8/9 mesi: tempistiche impensabili anche per un costruttore… Devo dire che, per tempistiche e costi, questa è una esperienza incredibile, probabilmente irripetibile. Del resto, quando abbiamo detto di sì alla proposta di Andrea Carretti, la prima cosa che ho pensato è stata che ‘siamo tutti matti’: ma è un progetto che ti mette addosso un’adrenalina ed un entusiasmo trascinanti, che non ti permettono di fermarti. Adesso non vediamo l’ora di correre in Francia: dove andiamo con delle aspettative, e con un motore che presenterà già il primo step evolutivo (andrà al banco a metà agosto)”.

Share.