La corte di giustizia Europea con la sentenza sulla Superlega, non autorizzandola esplicitamente ma vietando all’Uefa di impedirla, crea un precedente che potrebbe scardinare l’impianto su cui si poggia buona parte del mondo dello sport. In particolare per le massime serie ormai in mano a promotori sempre più spesso in conflitto con le rispettive federazioni.
La sentenza della corte di giustizia Europea sul caso superlega contro la Uefa, per il momento non sembra avere ricadute immediate sull’organo che governa il calcio Europeo, ma a tremare non è solamente il mondo del calcio. Il precedente potrebbe mandare gambe all’aria una grande fetta dell’universo sportivo, in particolare le discipline più ricche, o meglio quelle che hanno dei campionati, oppure tornei la cui gestione è in mano a dei promotori. Oggi con i diritti milionari del calcio, ed una serie di campionati che affollano i calendari all’inverosimile, è difficile immaginare un escalation esponenziale. Al contrario il braccio di ferro tra la FIA e Liberty Media, il promoter della Formula 1, in quest’ultimo anno, tra colpi bassi e continui scontri ha visto la tensione crescere in maniera esponenziale. Anche se oggi non si è ancora arrivati allo scontro campale tra la FIA, allora FISA (con al timone JM Balestre) e la FOM di Bernie Ecclestone (assecondato dal delfino Mosley), che all’inizio degli anni ottanta aveva portato la Formula 1 sull’orlo della scissione. La presidenza di Ben Sulayem sembra decisa a riprendersi una parte di quel potere sportivo, che è passato di mano con l’ultima presidenza di Todt. Uno scontro sportivo ma con risvolti economici importanti e con tutto quello che ruota attorno alla formula uno, non ci si stupirebbe di nulla, soprattutto oggi che di fronte non ci sono due soggetti europei, ma uno è made in USA, il paese dove lo sport dei grandi si autogestisce. Una situazione complicata che oggi non riguarda il mondo dei rally, anche se tra la FIA e la WRC Promoter la febbre ha cominciato a salire. Nelle corse su strada gli interessi economici sono decisamente inferiori, per non dire inesistenti; con i diritti si fatica a pagare i conti delle realizzazioni televisive, e di quello che ruota attorno; nessuna torta dei diritti da spartire. Si e no qualche spicciolo, al contrario di tutti quegli interessi di cui troppo spesso ci si riempie la bocca. In caso di un terremoto in formula 1 però le ripercussioni ci saranno anche nei rally, ed in altre discipline considerate delle cenerentole, spesso abbandonate a se stesse, ed alle capacità di promotori discutibili (dalla FIA pre Ben Sulayem).