LA SERIE IBERICA TERRA NELLA POLVERE

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Nel mondo dello sport, ma in particolare sul pianeta rally nostrano l’erba del vicino è sempre più verde della nostra, ma in Spagna il campionato terra da sempre fiore all’occhiello del movimento iberico sta perdendo colpi e la scelta di evitare concomitanze tra il campionato terra e il super campionato si sta rivelando un errore.

La terra di casa nostra oramai da qualche stagione è entrata in sofferenza, il detto mal comune mezzo gaudio però non è un occasione per gioire, guardando il difficile momento che sta attraversando la Spagna. Una nazione dove la terra ha sempre giocato un ruolo di primo piano, nonostante come nelle altre nazioni del sud Europa ad abbondare siano le speciali catramate. Quest’anno la serie iberica pur mantenendo lo stesso acronimo, ha cambiato dicitura da “Copa de Espana de Rallyes Tierra” a “Campeonato de Espana Rellyes de Tierra”; ma soprattutto si è separata dal Supercampeonato (la massima serie iberica). Le tre gare su terra che fanno parte delle otto a calendario nel campionato Iberico, sono state messe fuori dal campionato terra dove su sei gare due sono state buttate dentro alla loro prima edizione: il Caceres, disputato questo fine settimana e il Tierra de Galicia. Una scelta della federazione spagnola quanto meno discutibile. Se lo scorso anno era evidente la difficoltà a mettere assieme più di cinquanta equipaggi nelle gare che non avevano la doppia validità, era facile da immaginare la situazione sarebbe peggiorata. Ma facendo di conto con i ventotto iscritti del Carceres, dodici di questi al volante delle rally2, è lampante la situazione sia letteralmente precipitata. Ed anche la qualità, uno degli elementi di forza della serie iberica, sembra destinata a lasciare ancora più a desiderare rispetto all’anno passato, quando il successo è andato al gentleman Alexander Villanueva; cinquantasei anni vincitore nel 2023 della WRC Master Cup. L’unica nota positiva arriva dal successo del giovanissimo Gil Membrado, appena diciassette anni, uno degli osservati speciali che ha disputato una gara veloce ed intelligente, consolidando la sua leadership sino all’ultima bouclé quando si è limitato a controllare il messicano Mauro. Un esame superato alla grande, tenendo però sempre conto dei termini di paragone, Mauro, il russo Semenov terzo e Villanueva quarto, non sono esattamente dei fulmini di guerra.

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