Il campione di motocross d’oltralpe Gautier Paulin sulle sponde del Lago Rosa, alle porte di Dakar, festeggia il suo successo ad un Africa Eco Race dominata in lungo e in largo dal suo Apache, una spanna sopra le autovetture, ed i proto leggeri della concorrenza. Un successo quello degli Apache completato dalle cinque vittorie di tappa di Loubet.
L’Africa Eco Race del crossista francese, portacolori dell’Apache Automotive, che ha portato al debutto uno dei due APH 01 Hybride (del costruttore belga), è stata una sorta di gara perfetta. Presa la testa della classifica nella seconda tappa, ha rapidamente aumentato il suo vantaggio, ed al giro di boa sulla spiaggia di Dakhla, alla fine delle piste del Marocco, poteva già contare su oltre due ore sul secondo. A differenza del suo compagno di squadra Loubet, ha preferito sacrificare i maggiori spunti velocistici, ad una gara impostata tutta sul passo, e nelle undici tappe disputate è stato fuori dalla top five scratch, solamente sulle dune della bouclé di Chami, nel deserto ad ovest della Mauritania. L’unico momento di relativa difficoltà dove ha concesso al vincitore della tappa una quarantina di minuti, agli avversari diretti nella generale però è andata peggio, ed il suo vantaggio sulla Toyota Hilux del belga Pascal Feryn, primo degli inseguitori, ha superato proprio in quella frazione le tre ore. Vantaggio che è scemato solamente di qualche manciata di minuti nell’ultima frazione quando gli Apache hanno tirato completamente i remi in barca. Il suo compagno Pierre Louis Loubet dopo avere battuto il suo primo scratch, è stato obbligato a ripetute e lunghissime fermate nella terza tappa che lo hanno obbligato a raggiungere il service in trasferimento. Tra il tempo perso e le penalità si è ritrovato sul groppone una valangata di ore di ritardo, ma nonostante una generale compromessa oltre a fare da gregario al compagno di squadra Paulin è riuscito ad aggiudicarsi ben cinque delle undici speciali disputate. Fallendo per una manciata di minuti il ritorno nella top ten. Una gara da dimenticare per le vetture messe alle corde un po’ dappertutto dai prototipi leggeri T3, T4 e SSV, la piazza d’onore di Feryn dice abbastanza poco, mai in lotta per il successo ha semplicemente capitalizzato gli errori altrui. Gradino basso del podio per il Can Am dello spagnolo Carlos Vento, seguito ad un oretta dal camion Tatra del Ceco Tomas Tomecek, quarto assoluto. I tre equipaggi italiani che sono riusciti a raggiungere le sponde del lago Rosa lo hanno fatto nella top 20, con il camion di Giulio Verzeletti – Giuseppe Fortuna, seguito dalla Nissan Patrol di Stefano Rossi e Jacopo Casini e dal Truck Mercedes di Antonio, Carlo e Raffaella Cabini.