Oramai siamo arrivati alla vigilia del nuovo ERC, targato e gestito da WRC Promoter la società di Monaco di Baviera che gestisce il mondiale rally, ed il mondiale di rallycross, tanti sono i punti interrogativi su una delle serie dove il promotore precedente era riuscito a rianimare un campionato oramai da anni in stato di coma irreversibile.
Il campionato continentale dagli anni Ottanta in avanti è stata una serie frammentata tra mille coefficienti, ed un numero di contendenti ridottissimo, che nel corso della stagione si scontravano direttamente in poche occasioni, con un valore sportivo decisamente ridotto, anche quando a vincere erano piloti di un certo spessore. Nel 2006 viene ecclissato quasi completamente dall’Intercontinental Rally Challenge, il campionato voluto da Eurosport in aperta contrapposizione con il promotore del mondiale di allora. L’IRC si conclude dopo sette stagioni; con l’avvento dell’era Todt che va a sanare il conflitto tra Eurosport e il promoter del mondiale, affidando alla struttura francese la gestione dell’ERC che di colpo riprende fiato perché va ad inglobare tutta la struttura ex IRC. In nove anni con un metodo di lavoro attento soprattutto ad allargare la propria base e garantendogli un adeguata visibilità anche nelle classi minori il bacino dei partecipanti è passato da quindici venti vetture, ad una quarantina, con punte di cinquanta. La visibilità tutto sommato c’è sempre stata, sicuramente non era quella delle televisioni dei grandi numeri, ma tra Eurosport e la sua piattaforma le immagini (foto e video) hanno sempre registrato una buona circolazione social e altri canali web. Quella che potrebbe essere a rischio con la nuova piattaforma, che essendo a pagamento è poco propensa alla diffusione fuori dal proprio canale. In questi anni l’ERC è riuscito a trovare una sua dimensione mediatica, ma ancora molto lontana da quella del WRC in grado di muovere un numero di appassionati a fare un abbonamento annuale abbastanza pesante. Ed il rischio di fare precipitare la sua immagine nell’oblio del periodo pre Eurosport è molto alta, per trarre le prime valutazioni bisognerà attendere almeno un paio di gare. Ma qualche errore si intravede già adesso, il più evidente è quello di applicare le stesse ricette del WRC all’ERC, due prodotti in realtà molto differenti per interesse e per la tipologia dei concorrenti. Quello che lascia perplessi è la facciata web dell’ERC, fatta fotocopiando quella del WRC, bruciando tutto quel data base di storie, fotografie, video della storia di questi dieci anni spariti con un colpo di spugna, che non ha più trovato posto nel nuovo layout.