Il Montecarlo è sicuramente la gara più anomala del campionato, ma pensare di avere delle risposte sulle prestazioni in Svezia è altrettanto utopico, il secondo esame per le rally1 non parla di prestazioni ma di solidità di squadra dal fattore umano (piloti) a quello tecnico (l’affidabilità).
Quello sui ghiacci di Umea è sicuramente un esame importante per riuscire a capire quale sarà l’andamento della stagione per la Puma Rally1, sulle speciali con i chiodi lunghi solamente Breen ha dimostrato di avere il passo dei migliori, ma i centoventicinque chilometri del venerdì dove partirà secondo sulla strada sono un gap bello pesante. Con un pizzico di fortuna e qualche inciampo dei suoi avversari potrebbe ambire ad un posto nella top five, ma battersi per le parti alte del podio resta un’utopia. C’è invece poco da attendersi da Greensmith che sul ghiaccio non è mai risultato particolarmente a suo agio, né tantomeno da Fourmaux che da queste parti ci ha corso solo con la Rally2 facendo della gavetta, senza infamia né lode. Toyota è la squadra che dal Montecarlo è uscita con più rimpianti, per la vittoria sfumata di Ogier, ma soprattutto per l’uscita di un Evans quando si era appena preso la leadership virtuale della gara. Ad Umeà punta a fare saltare il banco proprio con capitan Evans, al monte ha sbagliato ma ha dimostrato di avere qualcosa in più di tutti, ed ora ha il vantaggio di partire abbastanza indietro per mettere tutti in riga. Fuori dai giochi Rovanpera che partendo la davanti non può fare altro che sperare nelle disgrazie altrui, questa volta però la squadra nipponica potrà anche contare sul vantaggio dello switch sulla terza vettura. Lappi è quello che partirà in coda agli ufficiali, ed anche se ha inevitabilmente un po’ di ruggine, dopo quanto ha fatto vedere in Finlandia non sorprenderebbe vederlo battersi per il successo. Con Kalle fuori gioco sarà Esapekka la vettura che dovrà prendere punti pesanti assieme a Evans, e con Tanak e Solberg che partono anche loro da dietro, non c’è spazio per tatticismi o per giocare in copertura. Se in Toyota il Monte ha lasciato l’amaro in bocca in Hyundai si è sfiorato il disastro. Pochi alti e molti bassi, ma la vettura non è alla deriva totale e da queste parti Tanak ha capito che tanto gli può bastare per vincere e c’è da scommettere che farà di tutto per provarci. Lo stesso farà Oliver Solberg che sulla plus l’anno passato ha disputato un finale di Arctic impressionante, il figlio d’arte sa bene che quest’anno deve fare gavetta, ma nella gara di casa sul ghiaccio può ambire a podio. Vincere è un pensiero forse ambizioso, ma dare il meglio è un imperativo. Punto interrogativo per Neuville, terzo sulla strada non è il massimo, ma tutto dipende da quel grado in più o in meno di temperatura che il venerdì potrebbe spostare l’ago della bilancia di una decina di secondi o più decidendo i ritardi della prima giornata.