La sua posizione di partenza è la migliore, ma andare a battere il suo primo scratch WRC e contemporaneamente prendere il timone di una gara dove sono partiti quasi tutti a fuoco è veramente tanta roba, soprattutto per come ha saputo gestire il suo passo senza nessuna esagerazione alla ricerca delle linee più fluide.
Nel primo passaggio sulla Loutraki, il gruppone delle WRC fa fatica ad allungarsi, se da una parte la strada si pulisce e velocizza, dall’altra una mattinata senza vento è l’incubatrice ideali per banchi di polvere sospesa che in molte curve limitano la visibilità. Ma se Loeb accende gli entusiasmi dei fans e di Malcolm e Milliner, il ragazzino corso lascia senza parole secondo ad appena otto decimi, ed allo stop si sorprende per un tempo che è evidente dal suo sguardo non è andato a cercare. Con le idee più chiaro su quanto forte sia andato, a differenza del suo connazionale Fourmaux non va a cercare quel qualcosa in più per portarsi a casa il suo primo scratch, anzi da una leggera compassata alle sue linee cercando di non andarsi a cercare forature o grattacapi particolari. Ma i tempi continuano ad essere ottimi e va a consolidare la sua terza posizione nella generale, ad una manciata di secondi dal leader provvisorio Loeb è sugli scarichi di un Neville scatenato. Ma sulle tre speciali in linea verso Lamia la strada migliora in maniera tangibile vettura dopo vettura, ed a Dafni centra il suo primo scratch WRC e va a prendersi la leadership. Il tutto registrando semplicemente il suo passo, cercando le traiettorie più centrali e veloci sfruttando ogni stilla di trazione che gli concede la sua Puma. Non una sbavatura ne tantomeno un eccesso, l’impressione è di un pilota che non sta cercando qualcosa di più, ma semplicemente capitalizza la traiettoria più pulita. Una condotta a cui si adegua anche Lappi, il più lesto tra i piloti di un certo spessore a buttare giù il piede ma senza andare alla ricerca dell’impossibile. Ma se quel controllo del suo ritmo gara il Finlandese lo aveva già mostrato in numerose occasioni, per Loubet è la prima volta e ad impressionare è la naturalezza con la quale continua a macinare prestazioni assolute. Quest’anno aveva mostrato in più di un occasione che vettura a parte, era migliorato moltissimo, ma sulle speciali della Grecia è riuscito a spingere quel bottone che fa innestare il turbo al piede, ma soprattutto a livello mentale. Uno step che indipendentemente come possa proseguire la gara, schiacciare quell’interruttore non è da tutti e lui ci è arrivato a venticinque anni, ed in un momento dove la squadra è alla disperata ricerca di un giovane di talento che non possa dare un contributo importante ai risultati della squadra. Nella speciale finale come Lappi lascia qualcosina in più a un Loeb scatenato che fiuta il momento di dare la zampata e si prende la leadership. Scivola così al secondo posto nella generale a 1”.7 da sua maestà Seb, ma con un vantaggio di sette secondi su Lappi e quattrodici su Neuville.