Una prima tappa estremamente selettiva ha disegnato una classifica abbastanza solida, Basso ha comunque provato ad affondare i colpi e si è portato ad un niente dal Russo che però ha amministrato e grazie anche a qualche chilometro cancellato ha confermato la sua leadership.
La prima botta alle velleità di Basso arriva dalla cancellazione, quasi immediata, dei trenta chilometri scarsi della Rocca di Cave, Sulla speciale del Monastero che diventa così la prima della giornata il Giando va a scratch rifilando un paio di manciate di secondi al Russo, portandosi a soli sei secondi dalla leadership. A quel punto il Russo da un click in più al suo passo, iniziando un braccio di ferro sul filo dei decimi di secondi, una sfida tiratissima che si conclude sulla speciale spettacolo di Ostia, con Lukyanuk che fissa il suo ritardo in 7″.5. Un duello tiratissimo quanto ovattato, visto che il Russo quando ha ripreso a tirare sul serio ha dato l’impressione di essere in pieno controllo, mentre il suo rivale Basso non sembrava disposto ad osare quel qualcosa di più che aveva nel piede, ma che l’avrebbe obbligato ad andare in soglia, rischiando più del lecito. I due oltre a non risparmiarsi hanno comunque messo in ginocchio il resto del gruppo, che solo a spot è riuscito a restare in scia alla coppia di testa. La terza piazza della classifica va alla Fabia del Polacco Grzyb, che ad inizio giornata salta il Tedesco Kreim lasciandolo alle spalle sino al traguardo di Ostia, una posizione che all’occhialuto Tedesco va bene comunque visto che gli permette di mantenere la testa della speciale classifica Under 28, dove precede di una minutata sul traguardo il Britannico Ingram. La vera sorpresa della giornata è l’uscita di strada di Andreucci che in mano aveva il successo tra gli iscritti al CIR. Nel secondo passaggio sulla Monastero il Garfagnino, esce di strada è butta alle ortiche una prestazione superba regalando i punti tricolori a Giacomo Scattolon che nella sfida tra i sopravvissuti salta Rusce e lo tiene dietro sino al traguardo. Una gara stoica quella di Andreucci, nonostante il suo sorriso non riusciva a celare completamente la smorfia di sofferenza, postumi di un incidente che con il passare dei chilometri hanno pesato (assieme ad un probabile calo di concentrazione), inducendolo probabilmente in errore.