M-SPORT GARE AD USO TEST

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Preparare un appuntamento del mondiale con una gara test non è certamente una novità, e neppure un invenzione di Adamo, che era semplicemente ritornato a rispolverare la pratica con una certa intensità. Ma vedere M-Sport aggrapparsi a questa formula dopo avere fatto il diavolo a quattro per ottenere la riduzione dei test, è un controsenso soprattutto per la FIA che ha ceduto alle pressioni di Cockermouth.

Il WRC 2023 si sta avvicinando al suo quarto appuntamento, ed in M-Sport hanno già fatto disputare a Ott Tanak in gara l’Otepàà in vista dello Sweden, e con la vettura zero le Ardenne, due giornate belle piene che si sono andate a sommare alla giornata di test prevista da regolamento per quella singola gara. Anche se si tratta di una tradizione consolidata, sulla quale non abbiamo nulla a che ridire, soprattutto perché è una grande opportunità per tutti i fans, ed anche per quei costruttori in grado di comprendere e sfruttare il potenziale di queste uscite a spot; con un rapporto costi benefici nettamente a favore dei secondi. Però a tutti gli effetti si tratta di una maniera nemmeno troppo mascherata per aggirare la limitazione delle giornate di prova, e qui qualcosa da dire ci sarebbe eccome. La commissione WRC con il tacito consenso del Promotore, nel nome dei budget ha spinto la FIA a questi continui tagli, sotto la pressione prima velata e da due anni a questa parte alla luce del sole proprio della M-Sport. Un controsenso che mette la FIA in una posizione che possiamo definire imbarazzante, per non dire ridicola visto che chi ha perorato la causa è il primo ad aggirarla (per cercare di sviluppare una vettura ferma da sei mesi). La riduzione dei costi diminuendo i test è come tagliare gli spiccioli su dei budget che si contano con i bigliettoni viola, e si presta ad essere facilmente aggirata. Visto il comportamento della M-Sport la figura di place de la concorde davanti al grande pubblico è davvero misera, poco conta che come molte istanze a portarle avanti siano le commissioni WRC e rally, troppo spesso in balia di questo o di quel costruttore che oggi chiede A e domani è interessato a Z. Per non parlare di un promotore che con il passare degli anni si è allargato in questioni politico sportive che non sono di sua competenza. La tentazione sarebbe di chiedere una bella stretta ad personam, ma il mondiale sul discorso test ha bisogno di due passi indietro e non di nuove restrizioni, facili da aggirare e altre dosi di falsa economia. Ben Sulayem e Reid con davanti un regolamento tecnico da rivoluzionare, sul tema test avranno la possibilità di fare una retromarcia senza perderci la faccia. Ma la rivoluzione dovrà per forza toccare anche le commissioni troppe e, sempre più lontane dal ruolo di fare sintesi di tutte le istanze, ma portatori degli interessi di pochi attori.

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