Con il panorama dei top team bloccato da una serie di contratti biennali, il mercato piloti nel WRC per il momento non sta proponendo nulla, nemmeno tra comprimari e comparse con Toyota e Hyundai serviti, ed una Ford che oltre ad un budget che piange, i pochi liberi da contratti sono già rimasti quasi tutti scottati da Milliner e soci.
Mai come quest’anno il mercato piloti sembra faticare a mandare in scena sulla scacchiera del WRC un semplice spostamento di qualche pedone. In Toyota domanda e offerta sembra in perfetta sintonia, Toyoda difficilmente può trovare qualcosa di più sul mercato, mentre i suoi piloti anche se in questa prima parte di stagione sono stati messi sotto da Kalle sanno di avere tra le mani un auto vincente, probabilmente destinata a restare tale anche nel 2023. Tre matrimoni perfetti con un part-time di peso come Ogier, unico neo se vogliamo il peso economico dei contratti decisamente light, ma per il 2023 visto il panorama è impossibile immaginare qualcuno pensi a muoversi. Al momento l’unico punto interrogativo è Ogier che oltre al Montecarlo non ha ancora capito cosa vuole dal suo secondo tempo. In Hyundai se sotto certi profili pagano dazio per la precedente gestione, dal punto di vista piloti possono santificare chi quel dossier lo ha chiuso anzi tempo, ed oggi può contare su due punte di diamante. Noi, ci terremmo ad aggiungere con buona pace dei detrattori di Neuville che lo hanno bollato perdente, l’eterno secondo ecc.., cinque volte secondo nel WRC piloti, ed una volta terzo, ed oggi a metà stagione inoltrata è comunque secondo. Un qualsiasi team manger con un pizzico di sale in zucca se lo terrebbe ben stretto perché l’elenco di chi gli sta davanti conta due o tre nomi, mentre quello di chi gli sta dietro è lunghissimo. Il problema arriva sulla terza guida, Sordo andrà ad appendere il casco a chiodo ma a quart’anni se dalla sua ha una buona solidità nei risultati, senza l’aiuto degli ordini di partenza molti dei podi conquistati in questi ultimi anni non ci sarebbero stati. Il punto interrogativo resta Oliver Solberg, da lui si è preteso molto e forse non è ancora pronto, affiancargli una terza guida part-time che però non gli tolga il volante della Rally1, ma solamente il fardello dei punti costruttori potrebbe essere una soluzione. Il problema è che i piloti all’altezza sono pochi e tutto sommato la soluzione potrebbe essere in casae risponde al nome di Suninen, visto che chi lo aveva portato a casa probabilmente non lo aveva immaginato solamente alla guida della rally2. Per ultimi abbiamo lasciato la squadra dei vorrei ma non posso, troppi piloti paganti considerati come tali, da una squadra che pretende da Breen una prima guida, ma senza dargli i carichi di lavoro per fare crescere la macchina. Per il resto l’idea di affiancare a Breen un altro pilota spessore fa a pugni con i Mikkelsen (poco propensi a salari non adeguati) e soprattutto con una lunga fila capitanata da Suninen, Lappi, Ostberg, ecc.., che sono partiti sbattendo la porta e da quelle parti non hanno nessuna intenzione di tornarci.