MERITOCRAZIA CERCASI

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Il terzo round tricolore sulle strade del Targa Florio ha sollevato più di una polemica per i chilometri cancellati per una decisione delle autorità competenti sulla strada della prova speciale cancellata. Puntare il dito contro questa o quella organizzazione sarebbe sbagliato, ma lo è altrettanto blindare i format, perché questi si sono standardizzati verso il basso.

In questi anni di pandemia la riduzione dei chilometri, e soprattutto due anni di format blindati sono stati difficili da digerire, ma sono stati un passaggio quasi obbligato per riuscire a fare ripartire l’intero movimento in maniera uniforme in tutto lo stivale. Il ritorno a un maggiore chilometraggio nei fatti è stato ben bilanciato togliendo una gara, perché il nodo dei budget è quello che si lega in maniera diretta ai costi chilometrici delle vetture. Molti organizzatori però hanno messo l’accento sulle difficoltà organizzative, e vista la convenienza budgettaria ma soprattutto dell’impegno in fase di imbastitura della gara, hanno fatto pressione per mantenere intatti i format. Ma se per qualcuno si tratta di reali difficoltà, per una maggioranza silente questo blocco rappresenta una piccola convenienza, molto utile però per evitare che eventuali organizzatori più ambiziosi cerchino di fare qualcosa di più, oppure inventarsi qualcosa di nuovo. Una sorta di conservazione della propria posizione a scapito della meritocrazia, che con dei format obbligati hanno azzerato la possibilità di avere percorsi più ampi e fantasiosi, impedendo a chiunque avesse delle ambizioni di mettersi in mostra, primo passo per poi reclamare un’eventuale promozione. L’argomento sono i massimi campionati tricolore, ed è giusto si ritorni a rispolverare dei principi meritocratici, altrimenti si finisce con l’esaltare la mediocrità. Non stiamo parlando di una rivoluzione anche perché le gare che possono ambire a CIAR e CIRA sono più o meno sempre quelle, ed alle spalle c’è quasi sempre un ACI. L’unico ingresso extra è stato quello di Alba, una gara che meritocraticamente parlando ha fatto fuoco e fiamme e non poteva certamente vedersi rifiutare la promozione. I passaggi ripetuti all’infinito propongono vantaggi e svantaggi, ed è comprensibile se un piccolo organizzatore può faticare a mettere in piedi il suo CRZ oppure una Ronde, chi ha ambizioni tricolori non può certo bloccarsi davanti a venti o trenta chilometri in più di speciale. La meritocrazia è la prima base per avere più qualità.

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