Il rally Japan tra i Master del WRC2 regala il successo all’inossidabile Mauro Miele, un pieno di punti che gli permette di scavalcare il tedesco Kremer e portasi così a casa il titolo WRC2 Master, un successo che festeggia con una power stage da paura dove porta a casa i primi punti iridati della classifica WRC assoluta.
A sessantasei anni andare a vincere il titolo mondiale WRC2 Master, piegando avversari del calibro di Armin Kremer e Freddy Loix, non è un’impresa da tutti. Kremer è sicuramente meno conosciuto di Fast Freddy, ma stiamo comunque parlando di un tre volte campione di Germania, Europeo nel 2001 e Asia Pacifico nel 2003, oltre a una decina di anni in meno rispetto al Varesino. Primo italiano a firmare nel lontano 1979 una gara mondiale di motocross, sulle due ruote tra cross ed enduro ha ottenuto importanti successi a livello, nazionale e internazionale. Passato anticipatamente alle quattro ruote causa forza maggiore, a metà anni ottanta prima al volante di una Lancia Rally 037 e poi di una BMW ha ottenuto una valanga di podi e anche parecchi assoluti nelle gare di zona, per poi fermarsi una quindicina di anni a partire dai primi anni novanta. Da gentleman anche se i risultati non mancano l’obbiettivo resta divertirsi, almeno sino al 2018 quando esordisce nel WRC al Tour de Corse; è amore a prima vista, e non cedere alla tentazione di andare all’assalto del WRC2 Master appena istituito per Miele era cosa impossibile. Vince a Montecarlo ed in Estonia, e con il titolo in ballo contro il tedesco Kremer va a giocarsi tutte le sue carte sulle speciali nipponiche. Gli avversari non mancano, ma il più temibile Toshi Arai fa harakiri sulla prima speciale, Miele prende così il comando e trasforma la sua gara in una cavalcata solitaria, verso un titolo che gli permette di entrare nell’olimpo dei rally. Quattordici sono le speciali disputate e tredici i successi parziali fatti registrare, con il titolo oramai in tasca è un vantaggio di cinque minuti su Fukunaga, chiunque avrebbe tirato i remi in barca salutando con la mano fuori da finestrino. In particolar modo su una speciale resa viscidissima dalla pioggia, dove tra i top del mondiale c’è stato un vero sparpaglio, con Breen che va a prendersi uno scratch senza concorrenza. Invece il vecchietto ha pensato bene che le soddisfazioni non sono mai abbastanza e con la strada che asciugava poteva togliersi qualche altro sassolino dalle scarpe, abbastanza per andare a battere un secondo assoluto dietro a Breen e davanti a Suninen. Una botta che gli ha fatto vincere i quattro punti della power stage, quattro punti del WRC vero che valgono quasi quanto il titolo appena conquistato.