MONTECARLO TRA DUBBI E BLUFF

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Oramai mancano solamente poche manciate di ore allo shake down dove si potranno avere i primi raffronti cronometrici, prima di mandare in scena le prime due speciali vere by night. L’ora della verità è vicina e finalmente ogni squadra sarà costretta a scoprire le sue carte dopo mesi ti test, dubbi e bluff.

La gara è forse la più asciutta degli ultimi anni e non possono certo cambiare le cose una manciata di chilometri innevati (e ghiacciati) sulla Sisteron, soprattutto considerato che il mattino la prima vettura entrerà in speciale alle 11 e 16′ quando la maggior parte del percorso avrà visto il sole, ad eccezione dei passaggi che restano in ombra per tutta la giornata. La scelta delle gomme sembra essere l’ultimo dei problemi, per non dire scontata, ed è probabile che molti piloti optino per una sola scorta, perché la necessità di avere a bordo due scelte differenti di gomme in queste condizioni non è una priorità. A tormentare piloti e squadre invece è il funzionamento della componente ibrida, tanti sono le avarie registrate nei test, molte di queste legate a problemi di messa a punto dell’elettronica, nulla di particolarmente grave o irrisolvibile, ma se la spinta del motore elettrico venisse meno in certe speciali potrebbe risultare particolarmente penalizzante. Per non parlare delle scelte tattiche con le tre mappe da indicare in ogni speciale, e di conseguenza l’utilizzo della potenza addizionale dove i riferimenti restano legati a quei pochi avanti indietro sulle basi dei test. Trarre delle indicazioni dalle parole dei piloti, anche dopo gli ultimi test di gennaio, è missione impossibile, se da una parte c’è l’esigenza di non scoprire le proprie carte agli avversari, le dichiarazioni più attendibile con tutti i loro distinguo sono quelli dei piloti Toyota che non si avventurano in pericolosi confronti. Quelli che invece sino a qualche settimana addietro hanno denunciato senza troppi giri di parole sono Neuville e Tanak; in particolare l’Estone quando in un momento di scoramento ha detto che in certe porzioni si rischiava di stare dietro alle rally2, un paradosso che però forse era più facile leggere nei gesti: quando usciva dalla vettura e sbatteva la porta in una maniera che valeva mille dichiarazioni. Probabilmente un’esagerazione, ma da due velocisti puri come i due alfieri Hyundai, in grado di dare il meglio più le vetture sono performanti non si può attendere altro, a meno che non si stratti delle dichiarazioni di rito prima della partenza, dove la diplomazia gli ha imposto di smussare gli spigoli più importanti. Per ultimi abbiamo lasciato gli uomini Ford, probabilmente entusiasti per contratto, un chiaro bluff che però non si riesce a capire cosa nasconde. Qualche soldino per lo sviluppo mamma Ford lo ha sganciato, ma le metodologie di lavoro non sembrano essere cambiate. La vettura di ore endurance ne ha fatte tante, ma forse non così tante con i suoi piloti top, quelli in grado di fare la differenza.

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