Qualche giorno addietro sulle pagine di Autosprint è uscita un’indiscrezione che ipotizzava la candidatura di Montezemolo per lo scranno più alto di place de la concorde, ma anche se l’interessato ha smentito il fatto che Bernie Ecclestone caldeggi la figura dell’ex presidente Ferrari fa capire che il clima si sta surriscaldando.
Responsabile della squadra del cavallino rampante negli anni settanta, nei cinque anni della sua gestione prima di passare in Fiat conquista tre titoli costruttori e due piloti (con Niki Lauda), Nel 1991 ritorna a Maranello per vestire il ruolo di presidente, una gestione che andrà avanti sino al 2014. Anche se negli ultimi anni si è allontanato dal mondo dei motori, resta uno dei personaggi che meglio conoscono l’ambiente, capace di muoversi nella complessa politica della Formula 1 e dei costruttori. Con il terzo mandato di Todt oramai prossimo alla scadenza, l’impossibilità statutaria di presentarsi per un altro quadriennio sta cominciando ad agitare le acque della Senna. L’interessato ha smentito questa ipotesi, ma il fatto che Bernie sia stato il primo a muoversi, nonostante il suo ruolo non sia più quello di una volta, in fatto di capacità e conoscenze per tessere trame politiche nel motorsport resta secondo solo a Todt. Una mossa che potrebbe essere volta a sparigliare le carte, anche perché le candidature più accreditate Ben Sulayem, David Richards, Alejandro Agag e Graham Stoker, profili interessanti ma che la figura di Montezemolo ha offuscato solamente con la voce di una sua possibile candidatura. Una mossa che potrebbe obbligare Todt ad uscire allo scoperto, visto che sino ad oggi non si è sbilanciato ma qualche strizzata d’occhio al suo vice presidente degli Emirati si è intravista, ed una maggiore attenzione alla stesura dei calendari fa capire che il suo non sarà quello di semplice spettatore. Mentre dall’altra c’è un Ecclestone che ha dimostrato di starci molto stretto nella camicia di semplice osservatore e pensionato. I giochi stanno per entrare nel vivo, ed al momento la situazione è estremamente fluida. Oggi le azioni di Stoker sono al lumicino, mentre resta enigmatica la posizione del timoniere del motorsport UK David Richards, profondo conoscitore della F1 e dei rally, ma che non sembra la figura in grado di continuare l’opera di Todt per riportare la FIA al ruolo di arbitrato sportivo che decide le regole del gioco. Indecifrabile la candidatura di Agag, nel suo ruolo di Ecclestone dell’elettrico i dubbi sui conflitti di interesse sono più di uno. Visionario e grande imprenditore, ma con un concetto di sport dove il confine con il semplice show-biz è davvero labile.