Il Monza rally, dopo due edizioni mondiali torna a proporsi almeno sulla scena nazionale in una nuova versione, la 4.0 di un evento che ha mosso i suoi primi passi nel lontano 1978, proprio come appuntamento di chiusura del campionato tricolore. Allora a cavallo tra pista e stradine del parco oggi si ripropone in una versione molto simile a quegli anni.
La gara brianzola ha calato le sue carte a fine settembre dieci prove speciali per un totale di 78,94 chilometri cronometrati, a grandi linee le stesse stradine a cavallo tra circuito e le stradine del Parco di Monza della gara targata WRC, con una proporzione che prevede il 44% di asfalto e il 56% di sterrato. La gara scatterà venerdì 1 dicembre con la tradizionale Power Stage (La Monza 1 di 2,53 km) che ha dato il via a tutte le gare del CIAR, ma nella prima giornata andranno in scena altre tre speciali: Junior 1, Serraglio 1 e Serraglio 2, un bell’apericena di trentasei chilometri. Sabato 2 dicembre ad aprire la giornata sarà un doppio passaggio sulla Roggia, a seguire si ritorna sulla Junior 2, Monza 2, Junior 3 e Monza 3. La gara andrà a chiudere il Campionato Italiano Assoluto Rally, ma anche il Campionato Italiano Rally Terra, il risvolto che forse ha provocato le critiche più accese alla new entry lombarda. Qualcuno ha avuto da obbiettare che i rally misti non sono una novità, di sicuro nessuno ha inventato l’acqua calda; ma nel pianeta Italia dove sulla terra come sull’asfalto, gli ultimi della carovana fanno carte false per avere la mescola appena più morbida, oppure appena più dura, dovranno ritornare a fare i conti con i compromessi. A fomentare la discussione da aggi alla gara sarà inevitabilmente la scelta delle gomme lasciata da regolamento libera, in realtà in una gara 50 / 50 ma anche 40 (asfalto) e 60 la scelta vincente è la gomma asfalto, garanzia di prestazione ed al tempo stesso spettacolo anche sulla terra. L’equazione Monza vista la data di fine autunno inizio inverno, nel caso di acqua e fango complicherebbe leggermente le scelte, ma come ha dimostrato il WRC con quattro antineve senza chiodi, si può ritrovare grip sulla terra e non perdere completamente quello sull’asfalto. Il fatto che una gara del campionato terra non si corra con una gomma da terra, potrebbe anche essere un buon preludio ad andare verso gommature meno esagerate nel grip e nella prestazione, ma assolutamente deleterie per il deterioramento delle strade. Problematica alla base del ripristino delle strade, i cui costi stanno uccidendo le gare sulla terra. L’unico appunto alla scelta di Monza, non è una critica in quanto tale ma vuole avere il sapore di una proposta; dopo il salvataggio in zona cesarini del CIRT 2022, avere tagliato via il Brunello è stato visto da molti come uno sgarbo. La gara ha dimostrato di meritare il tricolore, ed aggiungere un altro slot al CIRT non avrebbe sconquassato i budget a nessuno ma avrebbe dato qualcosa in più alla serie.