L’ultimo round del CIAR pubblicando le mappe delle sue quattro prove speciali ha fugato tutti i dubbi sulla proporzione asfalto terra, un tracciato disegnato a cavallo del circuito sulle stradine di servizio interne, con qualche chilometro in meno rispetto ai format utilizzati nel Monza WRC si è posto un accento maggiore sul fondo sterrato.
Il Monza in versione CIAR, farà un salto nel passato di quarantacinque anni, con una prima edizione targata 1978 subito all’interno del campionato Italiano, l’unica edizione in tutti questi anni ad essere stata inclusa nella massima serie tricolore. Settantotto chilometri suddivisi in quattro speciali con il Serraglio di chilometri 12,50 e la Roggia di chilometri 12,18 che andranno in replica una sola volta; mentre la Monza di chilometri 2,53 e la Junior di 7,33 chilometri saranno percorse per ben tre volte. La proporzione annunciata di un 44% di asfalto e il 56% di sterrato, che qualche dubbio aveva sollevato in realtà è pienamente rispettata; al confronto con le speciali del WRC sono stati tagliati pochi chilometri, prevalentemente quelli su alcune porzioni del circuito e si è subito spostato il baricentro della gara sulla parte sterrata. A grandi linee su questo tracciato è lecito attendersi una gara con i migliori protagonisti di CIAR e CIRT autori di prestazioni leggermente inferiori all’ora di gara (tra i 51/53 minuti e l’ora a seconda del meteo). A spanne un tracciato con una mezz’ora di gara in meno rispetto a quella del lontano 1978, che però sfruttava alcune porzioni più importanti del tracciato classico dell’autodromo. Una gara abbastanza in linea con quella delle prime edizioni, garanzia di spettacolo e divertimento, a meno che non si parta dal principio che la parola autodromo non può essere accostata al nome “rally”. L’unico appunto è nella comunicazione, dove si è voluto bollare la gara un po’ troppo forzatamente come gara terra, proprio nell’anno che questa è stata reintrodotta nella massima serie. Con un inserimento forzato anche nel CIRT, dove è stata messa all’angolo una gara sulla terra Toscana come il Brunello, che lo scorso anno ha teso la sua mano alla serie su terra CIRT. Gara che doveva essere inserita quasi di ufficio nella serie terra, come è stato fatto per il rally delle Marche. Questo però non va ad inficiare l’importanza di finire il CIAR a Monza, con l’enorme presa mediatica dell’autodromo a livello nazionale, oltretutto con una gara più che degna come lo erano state le speciali del Monza WRC. Ma soprattutto si torna a sdoganare le gare miste, un passo importantissimo per cercare di invertire il trend negativo della terra, con sempre meno gare e meno concorrenti.