Il doppio passaggio sulla Likenas e la corta power stage non bastano per cambiare il podio, i distacchi non sono decisivi ma sicuramente importanti e Neuville, Breen e Mikkelsen più che andare in caccia si limitano ad un classico finale con marcatura ad uomo.
La spigolata che l’anno scorso ha messo fuori gioco Neuville sul podio di Karlstad del 2018 non è altro che un ricordo dai contorni sfumati, anche se probabilmente gli è costata non solo lo Svezia ma anche il mondiale. Una vittoria che il Belga ha cercato con determinazione nella prima tappa, dando il 110% visto una posizione di partenza buona ma non ottimale. Nella seconda giornata la ruota della fortuna è sembrata girare prima un problema tecnico poi un testa coda, ma la risposta è stata quella di un vero campione ed a fine giornata ha messo tra se e l’Irlandese quei venti secondi che gli hanno permesso di correre i cinquanta chilometri in modalità controllo, prendendo qualche rischio in meno ma sempre pronto a fare capire chi è il padrone della gara. La seconda piazza di Breen invece è stata una vera sorpresa, che l’Irlandese su queste strade ci sapesse andare si sapeva, ma dopo avere capitalizzato la posizione di partenza nella prima frazione, ha preso coscienza dei propri mezzi dando un click in più al suo passo, senza mai cadere in eccessi. Prendere Neuville forse è stato un miraggio visto il passo dell’accoppiata pilota-vettura, ma tutti gli altri che su quel passo ci stavano ma al gancio alla fine hanno dovuto dargli strada. E nel finale ha dimostrato di avere un metrica sul passo gara impeccabile mettendo a tacere ogni speranza di Mikkelsen di riagganciare la piazza d’onore. Il Norvegese chiude sul terzo gradino del podio, in realtà vista la posizione di partenza nella prima tappa lui sperava in qualcosa di più. Ma ancora una volta ha fatto un piccolo fallo e comunque non è mai sembrato in grado di imprimere il passo del suo capitano, e quando lo ha fatto è sempre arrivato con il fiatone. L’unico a prendere la tappa finale sul serio è Lappi che nella prima speciale salta di slancio un Ostberg in modalità pedana finale e si avvicina pericolosamente al quarto posto di Paddon. Il Neo Zelandese reagisce e cerca di contenere Esapekka che però sulla power stage gli brucia la medaglia di legno, con uno scratch che gli vale anche i cinque punti della speciale finale.