La squalifica del Belga ha fatto discutere parecchio, mandando sulle barricate i suoi chiassosi detrattori, ma in realtà la difesa del team, con un comunicato dal sapore del così fan tutti, è il minimo sindacabile per un pilota che è andato a recitare l’atto di dolore davanti al collegio degli stewards, per una vicenda dove la squadra non è così estranea.
Sulla vettura che è entrata nelle speciali per verificare il riposizionamento di alcune pietre (utilizzate come antitaglio dagli organizzatori) fermata per ben due volte, in due giornate differenti all’interno dei parchi privati dove si tenevano le speciali, e ricondotta a Neuville (questo per le probabili ammissioni di chi era alla guida), c’è più di un dettaglio che stride. A cominciare da una vettura probabilmente più riconducibile alla squadra che a Neuville, al cui volante sembrerebbe ci fosse uno degli equipaggi meteo crew, per cui è difficile credere a un iniziativa isolata del pilota senza essersi consultato con la squadra. Ma già in passato sotto il profilo sportivo, errori solo teoricamente degli equipaggi, la squadra non aveva brillato nell’evitarli, ma ancora peggio la linea difensiva era risultata minimalista, e spesso sono sembrati cadere dalle nuvole. In questo caso la pronta ammissione di colpa del belga, stile scolaretto beccato a copiare, ha sicuramente evitato alla squadra una situazione che poteva andare ben oltre l’imbarazzo. Un mea culpa che è molto più che un atto di contrizione, visti i nove punti andati in fumo con la squalifica, e questo fa supporre che se sul banco degli imputati ci fosse finita la squadra sarebbe andata ben peggio. Sul così fan tutti ci sarebbe parecchio da dire, pro e contro, a cominciare dalla cosa più evidente: nessuno delle altre squadre è stato fermato. La norma infranta anche se rientra nel pacchetto delle ricognizioni illegali, in realtà non riguarda le ricognizioni in quanto tali, ma le restrizioni all’utilizzo dei ricognitori. Una di quelle norme riconducibile al risparmio economico delle squadre, che poco o nulla incide sul problema per cui si combattono le ricognizioni illegali; anche se in tutta a nostro avviso più che di risparmi è corretto parlare di falsi risparmi. La norma nel suo complesso ci può anche stare, però è evidente che in quelle gare dove non si entra all’interno di proprietà private, chiunque voglia chiarirsi dei dubbi squadre o piloti possono mandare dei loro uomini a verificare, senza imbattersi in controlli visto che si tratta di strade aperte al traffico. Quindi forse sarebbe il caso di fare delle norme dove i controlli possano essere efficaci allo stesso modo in tutte le gare.