Con il nuovo dpcm che entrerà in vigore da domani ed andrà a scadere tra un mese, visto l’attuale andamento della situazione sanitaria il governo proroga per tutti gli sport il divieto svolgerli in presenza di pubblico, nonostante federcalcio ma anche ACI Sport si siano battute per regolamentarne una presenza limitata in stadi ed autodromi.
Ancora all’inizio della seconda metà di agosto, nonostante la retromarcia sulle discoteche l’apertura di stadi, autodromi ecc.. alla presenza del pubblico sembrava dietro l’angolo. Ovviamente l’autorizzazione al pubblico pagante avrebbe finalmente sdoganato la situazione dei rally e del ciclismo su strada, che oggi vivono in un limbo dove le presenze lungo il percorso non vengono considerate alla stregua di pubblico. Purtroppo il ritorno ad una normalità sia pure contingentata slitta di un altro mese, così da un teorico fine luglio si andrà a finire a fine settembre. Abbastanza per lasciare un piccolo spiraglio per il rally Sardegna, riuscire a mandare in scena l’appuntamento italiano con il WRC, con una cornice di pubblico sia pure ridotta, vista la stagionalità, sarebbe una bella cosa per gli appassionati nostrani, ma anche per l’immagine del mondiale. Il service Estone ha trasmesso una situazione abbastanza desolante, soprattutto perché è risultata completamente azzerata una delle componenti vitali dei rally: la vicinanza dei suoi campioni con il grande pubblico. Certamente in Sardegna la stagione autunnale comporterebbe già un importante riduzione dell’elemento pubblico, figuriamoci in un periodo complicato come questo per i viaggi che tra isola e continente, sono inevitabilmente più complicati che tra regione e regione dove si è tornati alla normalità oramai da mesi. Certamente una gara a porte chiuse su quelle speciali potrebbe ridurre in maniera importante l’accessibilità fortuita, visto che molte speciali sono all’interno di cantieri forestali che spesso sono sbarrati da cancelli abitualmente chiusi e questo andrebbe a gettare benzina sul fuoco delle polemiche.