NUMERI DA INCUBO

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La pandemia mondiale sta lasciando strascichi pesantissimi in tutti i settori legati alle automobili, ed i numeri dei due mesi di lockdown in casa Italia fanno tremare i polsi, ed è sempre più concreta la possibilità che le ripercussioni sul futuro dell’automobilismo sportivo a cascata comincino a farsi sentire nel 2021 in maniera pesantissima.

Il lockdown per il Covid-19, in Italia oramai sta per scavalcare la soglia dei due mesi e la riapertura si annuncia come fase lunga e ricca di limitazioni. I numeri che propone il mondo dell’automobile in questi due mesi serrata in Italia fanno tremare i polsi con una caduta verticale delle immatricolazioni, 400.000 in meno rispetto al 2019. A marzo nonostante la chiusura totale in Italia sia arrivata solamente dopo una decina di giorni, il calo delle vendite è stato dell’85%, diventato il 90% ad aprile. Un colpo durissimo per l’intero indotto legato all’automobile, perché per maggio e giugno è facile immaginare una ripartenza con il contagocce, mentre nei mesi a venire tra la crisi indotta che si trascinerà con il dopo emergenza e la mancanza di fiducia indotta nella situazione economica. Il rischio concreto è che più di una ripresa il secondo semestre dell’anno proponga numeri percentualmente dimezzati rispetto al 2019. Un quadro disastroso che per trovare un suo rilancio dovrà obbligatoriamente proporre una diversa visione del futuro, le strade potranno essere solamente due: non cambiare o meglio cercare di proseguire sulla falsariga di odierna, seguendo l’umore del mercato. Una scelta che inevitabilmente sposterà il mercato su una fascia medio alta, di un bene non indispensabile. La sfida vera sta nella seconda strada, quella di sapere adattare agli anni venti di questo secondo millennio la ricetta che negli anni sessanta, quando la sfida della mobilità individuale riuscì a rivoluzionare il mondo. Le uniche a potere raccogliere questo guanto di sfida saranno le grandi casi costruttrici, che questa volta dovranno pensare al futuro non solamente in ottica ambientale, ma soprattutto commerciale con un prodotto in grado di proporre il secondo tempo della mobilità individuale. Una sfida che deve essere pronto a cavalcare il mondo del motorsport, nella sua capacità di recepire il nuovo ma soprattutto di guardare avanti.

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