Il licenziamento in tronco di Meeke ritorna ad aprire scenari cupi sul futuro di Citroen nel WRC, una finestra che in realtà non mai è stata chiusa, ed ora sembra tornare prepotentemente di attualità.
L’anno passato in questo periodo, in Citroen le cose non andavano molto meglioi, ed in più di un occasione i rumors avevano portato a pensare ad uno stop. Poi sono arrivati i test di Loeb, la trattativa con Ogier ed il successo in Spagna. Ma a fine stagione dei tanti buoni propositi è rimasto in piedi solamente la partecipazione di Loeb a tre o quattro gare mondiali. Ma da forte contraltare a questa partecipazione è arrivata anche un ulteriore sforbiciata al budget, che ha ridotto l’impegno dello “chevron” a solo due vetture a gara. A Marzo è arrivato il Loeb show in Mexico e Corsica, un operazione dal grande profilo mediatico, ma che in realtà, forature ed uscita di strada a parte, è andata ben oltre ai confini nei quali era stata pensata. Dimostrando oltre alla competitività dell’Alsaziano anche quella di una vettura che con le nuove evoluzioni sembra avere trovato un certo equilibrio. Ed a questo punto sono mancati i segnali che sarebbero stati più logici, qualcosa che avesse dato l’impressione di volerci provare. Invece a tratti si è percepito imbarazzo, quello di dovere chiedere a Loeb anche una sola gara in più, oppure qualche movimento sul mercato in vista del 2019. L’unico segnale è stato aggiungere due tre gare, con prospettive di allargamento, al pagante Ostberg. Che con il senno di poi, potrebbe essere anche letta come preludio al licenziamento di Meeke, che continuava a sbatacchiare anche quando al traguardo ci arrivava. Con Meeke fuori dei giochi ora le possibilità di successo si riducono al lumicino, con Breen e Ostberg che oltre al gap di esperienza ora devono farsi carico di un clima sempre più pesante. Un prospetto bello grigio, che non gioca certamente a favore del rinnovo del contratto con Abu Dhabi, oramai prossimo alla scadenza. Nuvoloni sempre più neri con una direzione del marchio che nel motorsport ci ha sempre creduto poco, ed il fatto che il rilancio per il futuro passi volenti o nolenti dall’ingaggio di Ogier rende le cose ancora più difficili, visto che i budget piloti nessuno sembra intenzionato a ritoccarli. L’unico a credere nei rally forse è rimasto Tavares, ma anche se con la riorganizzazione del reparto corse del gruppo, diventato unico per Citroen e Peugeot, non sembra che oggi all’interno di questo tutti remino nella stessa direzione.