Il WRC ha superato il giro di boa e per Ogier si avvicina l’ora della verità, ma contrariamente alle speculazioni generali che lo vogliono lanciarsi nel caso di un ottavo scudetto a caccia del primato di Loeb, il lupo di Gap sta pensando ad una stagione part time con 4 o al massimo 5 rally del WRC, intanto strizza l’occhio alla 24 ore du Mans, ed al WEC.
Le speculazioni sul 2022 di Ogier oramai vanno avanti dalla fine dell’anno passato, tutti stanno sfogliando la margherita a nome di Sebastien, ed ognuno sta traendo le conclusioni che più lo aggradano. In particolare, chi lo vede già lanciato all’inseguimento della nona stellina da appuntarsi sul petto, ma la sua risposta il campionissimo di Gap l’ha già data prima del Montecarlo, quando ha messo in chiaro la volontà di essere presente al Montecarlo anche con le rally1 Hybrid e perché no in alcuni eventi selezionati a cui è particolarmente legato. Da quel momento si è continuato a speculare sull’assalto al record di Loeb, ed Ogier in maniera involontaria ha dato fiato a questi perché vincendo quattro gare su sei e prendendo il largo nel campionato in corso è sempre più vicino all’ottava corona. In questi mesi il lupo di Gap quando è stato interpellato a proposito del suo futuro ha continuato a ribadire che questa sarà la sua ultima stagione a tempo pieno, il progetto 2022 al momento prevede quattro gare. Al momento di un eventuale quinta gara ne hanno parlato solo i più vicini a lui, ma nulla a tale proposito è uscito dalla sua bocca. Di sicuro c’è il Montecarlo, per il resto non è stato fissato nulla, anche perché l’Argentina a cui è tanto affezionato rischia causa covid di restare ancora al palo. Ma soprattutto a determinare le gare saranno eventuali programmi in circuito, in particolare nell’Endurance, preso dal progetto Le Mans di Toyota del quale vorrebbe fare parte, per andare a scrivere il suo nome in un’altra corsa leggendaria. Il fatto che in passato sia ritornato indietro sui suoi passi, non sono i contratti o la voglia di correre a tutti i costi, ma il sogno di lasciare da campione del mondo o comunque da vincente, sogno che in Citroen si era infranto, anzi era diventato un calvario. Per questo è andato a cercarsi Toyota, ed anche se è arrivato subito il titolo c’era una stagione dimezzata con gare short, che non lo soddisfaceva sino in fondo, ma anche le pressioni di una squadra che lo aveva pagato profumatamente, e come nel caso degli altri piloti e squadre si è cercato di dare un equilibrio a salari e stagioni sui due anni.