OGIER PASSA E CHIUDE

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Ancora una volta il pilota di Gap va a mettere un ipoteca su una gara con una sola zampata dimostrando di avere un piede pesantissimo, ma ancora una volta vince prima con la testa e con il fiuto del campione nel sapere dove e quando fare la differenza. Loeb non si ripete ma per chi come noi cercava una controprova del Mexico, la risposta è una sola “Loeb c’è”.

A Sebastien Ogier per chiudere la partita sono bastati i 49 chilometri della prima speciale, un interminabile twist che Seb ha mandato giù in poco meno di trentadue minuti, mettendo un ipoteca pesantissima sulla gara. La sua Fiesta forse non sarà la migliore del lotto sull’asfalto, ma la differenza è talmente sottile che a fare la differenza è ogni giorno di più il fattore umano, ed Ogier ancora una volta dimostra che le gare si vincono prima con la testa e poi con il piede. E con la testa si intende anche la capacità di fiutare il momento giusto per fare la differenza. Un colpo solo ed il Corsica è caduto ai suoi piedi, ritornato tra i ranghi non ha certo mollato ed a fine giornata ha concesso un solo dei quattro scratch ai suoi avversari. Così alla fine della tappa può contare su un mezzo minuto abbondante  di vantaggio su Neuville e Meeke, qualche secondo più in la Tanak e poi il vuoto assoluto. Una gara che il Francese ha dimostrato di volere a tutti i costi, e non ha lesinato nulla mettendo letteralmente in ginocchio il resto del gruppo. Unico fuori dal coro Loeb, il sogno Messicano questa volta è durato troppo poco, e forse non ha mai preso corpo. Ma le gare a volte bisogna leggerle tra le righe, ed anche se qualcuno non si da pace a trovare giustificazioni: gomme fredde un cedimento meccanico. La verità è quella di un probabile errore, ed aggiungeremmo indotto dal ritmo forsennato di Ogier, ma in molti sull’onda della ola Messicana si sono dimenticati di cosa vuole dire essere stato tanti anni dalle strade del mondiale. Lui ha fiutato dove il suo avversario avrebbe tentato di fare la differenza, ed ha dato l’anima, in una gara dove ogni colpo di volante pesa sul cronometro i 9″ che gli ha pagato sono parte di quella ruggine che non si può levare così di colpo come il Messico aveva fatto credere. L’errore noi non vogliamo nemmeno considerarlo tale perché lui quest’anno farà tre gare a spot, quindi non ci sono calcoli da fare ne per il piloti ed ancora meno per il marche, conta vincere e lui ci ha provato alla grande.

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