La nomea guadagnata a ragione di pilota di difficile gestione, anche grazie all’aiuto di papà Morten, lo ha messo a margine del WRC nonostante le pesanti valige di Adapta, dopo un anno di purgatorio in Svezia Ostberg rientra nella line-up Citroen dove si gioca la gara della vita, quella che potrebbe tornare a fargli trovare un sedile che meriterebbe.
La realtà dura dei rally è che comunque per emergere o perlomeno farsi notare occorrono soldi, tanti o pochi dipende anche dalla fortuna. Nell’olimpo mondiale generalmente ci si arriva con il piede, ma avere delle valigie piene di euri o dollaroni aiuta e non poco. Ma a volte anche un buon mix tra i due elementi non può bastare, come nel caso di Ostberg. Da molti bollato come pilota sopravvalutato, in realtà è un ottima seconda guida, che in alcune gare è in grado di dare anche la zampata vincente, con un palmares di tutto rispetto una vittoria assoluta e ben 16 podi iridati. Andando ad analizzare con obbiettività le line up di molte squadre, lascia allibiti il fatto che il ragazzo sia a piedi, e questo senza considerare la valigiata di soldi di Adapta. Ma nei suoi trascorsi in Ford e Citroen, il suo carattere indeciso, sempre pronto a volare sulla sensazione del momento (un esempio lampante il cambio di gomme dell’anno passato Michelin, D-Mack, Michelin), oltre all’ingombrante presenza di papà Morten che tiene i cordoni del portafoglio e non manca occasione di farlo pesare, lo ha fatto bollare da tutti come presenza indesiderata. Dopo un 2017 tribolato, al volante di una WRC+ privatissima, quest’anno sembrava destinato a rimanere al paolo, ma come un fulmine a ciel sereno quando l’unica chance sembrava il WRC2 è arrivata la chiamata di Citroen per la Svezia, una delle gare dove Mads può fare la differenza. Inoltre vista la neve prevista domani la sua posizione di partenza lo pone di diritto tra gli osservati speciali. Una chance che il biondo Norvegese dovrà sfruttare al meglio, perché se vuole continuare a sognare il WRC deve obbligatoriamente andare alla ricerca di un risultato pesante. Che non è assolutamente un utopia visto quello di cui è stato capace l’anno passato con una Fiesta + assemblata in fretta e furia, che si è persa anche qualche pezzo tra un dosso e l’altro. Ed anche se in Citroen nessuno si è sbilanciato più di tanto, questa sarebbe un interessante occasione per verificare il lavoro fatto sulla vettura, prima del Messico. Al Monte più che delle risposte ci sono state delle critiche, ma in realtà i due driver non ci hanno mai provato a mettere realmente la C3 alla frusta intimoriti come il resto del gruppo dalla paura di sbagliare su un fondo che cambiava aderenza in continuazione.