Lady Gaga tra le sue canzoni nel 2016 lanciava “a million reason”; un milione di ragioni. Canzone che ha ispirato il Promoter WRC che per mettere le ali all’ERC ha pensato bene di accontentarsi di un bel mezzo milione di ragioni con il marchio dell’Euro per andare a prendersi uno slot del campionato, ma in 8 mesi non ha rimpiazzato l’Ungheria.
In altri tempi probabilmente la questione l’avrebbero chiusa con sette gare e buona notte, ma evidentemente di mezzo più che la faccia del campionato c’erano contratti commerciali da rispettare e così l’ultima spiaggia è stata quella di ripiegare su una gara del WRC. Una soluzione che ha tagliato drasticamente tutte le spese di broadcast, visto che si tratta delle stesse persone che si occupano dello streaming e della TV nel WRC. Nonostante i rally non stiano vivendo il loro migliore periodo, non ci si può nasconder dietro a un dito e volere fare credere a tutti che non si è riusciti a trovare una gara all’altezza in tutto il continente. La realtà è che se Vallese, Ypres, ed Estonia avevano sbattuto la porta in faccia ad Eurosport perché ritenevano sproporzionata la richiesta di duecentomila euri per la promozione fornita. I classici riassunti serali di mezz’ora su Eurosport, canale presente in tutta Europa con un ascolto bello pesante soprattutto nell’Europa dell’Est. Non a caso il baricentro della serie negli ultimi anni si è spostato oltre cortina. Ma a fare venire l’acquolina al Promoter probabilmente è stata la pandemia, ed un campionato ERC che è riuscito a reagire in maniera migliore, ma soprattutto quando si è cercato di andare a coprire le defezioni del mondiale, tante sono le gare che si sono fatte avanti. In realtà nessuna di queste ha dato una risposta di fronte alle richieste economiche, addirittura gare come Barum, Polonia e Spa non sono nemmeno state disputate anche se una piccola finestra c’era. L’ingresso anticipato di un anno ha obbligato il Promotore a rispettare i contratti in essere, l’unico in scadenza era l’Ungheria ed è saltato di fronte alla prime richieste. Alla faccia di chi oggi sta cercando di mascherare il tutto con i cartellini gialli della sicurezza, se la precedente gestione FIA era disposta a chiudere gli occhi su tutto, e come nel caso della Polonia WRC tutti a bersi la favola sicurezza. In Polonia la sicurezza è sempre stata blanda ma è emersa solamente alla scadenza del contratto, con la gara Polacca che non aveva più budget per rinnovare. Le mancanze dell’Ungheria, soprattutto gli errori più marchiani sono soprattutto legate alle decisioni del collegio (che in una gara FIA viene deciso in parte anche da questa). Adesso però dopo tante voci e rumori, la cifra richiesta, che nella maggioranza dei casi non ha nemmeno avuto risposta, sta trapelando per voce di tutti quegli organizzatori presenti, che già faticavano con il vecchio prezziario. Di fronte a una richiesta di mezzo milione (con lievissimo margine di trattativa) in molti stanno pensando di gettare la spugna. Una richiesta fuori dal mondo, soprattutto rapportata al valore commerciale della serie; l’impressione è che a Monaco abbiano perso contatto con la realtà.